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abbandono. 1


A

Abbandono, il lasciar del tutto e per sempre (Guid. Giudice, Dante). Risp.: prov. fr. abandon, sp. abandono d’ug. sig. Questo nome non è direttamente derivato dal ger., ma con ing. a bándon è riproduzione di fr. prov. abandon formatosi in quel campo da a bandon, il quale fr. prov. bandon valeva “permesso, decreto”. Il Littré osserva che bandon equivalendo a bl. bandonum, dan. ban., t. bannen ordine prescrizione, la serie dei sensi è questa: mettere a bandon è mettere al permesso, all’autorità; quindi rimettere-cedere-confidare-lasciare andare, e infine lasciare del tutto. Circa l’orig. ger. prima di bandon, rispondente a bl. bandum, v. Bando. Bl. abbandonum abbandonare ricorre spesso in Francia a cominciare dal principio del sec. 11º. Der.: abbando-nare-namento.

Addobbare, ornare abbigliare, specialmente templi case e cavalli (Fra Giord.). Risp.: afr. adouber fr. adober, a. sp. adobar, a. port. adubar, prov. adobar apparecchiare, vall. douber battere colpire. Riposa su ags. dubban, anrd. dubba dare colpi, battere, donde ing. to dub armare. Fu dapprima applicato a denotare «il colpo con cui si creavano i cavalieri”, come scorgesi dell’ags. dubban to riddere “batter per far cavaliere”, frase che ricorre sin dal 1085, ed a cui risponde afr. addubber à chevalier. Di


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