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guardingo — guarento. 241


Deriv.: guardiano [sp. prov. guardian, fr. gardien]; guardian-ato-ello-eria.

Guardingo, gardingo1, cauto, circospetto (Guinicelli, Boccaccio). Anche quest’agg. credo col Delatre che sia, non di formazione rom. da vb. guardare, bensì d’immediata origine ger. Nell’ing. troviamo ward-ing, participio presente di vb. to ward, uguale nel significato ad agg. ing. ward, cauto, prudente, e somigliantissimo per forma e per senso all’it. guardingo, gardingo, sp. port. gardingo. Ora l’ing. warding presuppone nell’ags. un participio con questa stessa desinenza che è frequente in quel ramo delle lingue ger. Deriv.: guardingamente.

Guardingo, gardingo2 (antiq.), rocca, fortezza (Malespini, Dante). Questo sost. si formò dall’agg. guardingo; il che è attestato espressamente dal Borghini, Orig. Fir. 128: “La fortezza o rocca, che i nostri vecchi dalle guardie che in cotai fortezze si tengono disser guardingo ecc.”. È dunque posteriore all’agg. gardingo; ma scomparve da un pezzo dalla lingua viva.

Guarento (antiq.), malleveria (Lucan. volgar.). Questo nome insieme con afr. garante, prov. gueran, guiren, fr. garant, mallevadore, e col bl. warens, prototipo immediato delle forme rom., viene connesso dal Diez a vb. aat. wêren, prestare, donde anche a. fris. werand, warend. Ma il Kluge riporta tutte queste voci ad aat. wërento, forma partecipiale dello stesso verbo, significante “chi presta malleveria”. E in questo è approvato dal Mackel, che osserva che se da una parte è certo che esistevano forme coll’a nella sillaba radicale, come a. fris. wara accanto a wera, as. warôn, m. bt. warent, mallevadore, dall’altro canto il prov. guiren, per * gueren e l’it. mostrano che a fondamento delle voci rom. stava un tema con ë. La rad. di vb. aat. wëren è stata già considerata sotto Garante. Qui dirò solo che le forme it. delle parole di questa famiglia comincianti per ga hanno tutta l’apparenza d’essere passate


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