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ghiattire — ghibellino. 189


possint bene videri. Girones quoque vel quos sagittas quidam vocant colligit utrinque ut non sparsim iaceant in terra. Da questo passo è facile scorgere anche la ragione del senso di “seno, grembo” assunto, dal fr. giron, cioè perchè quel lembo si ripiegava spesso sul seno. V. del resto Ghiera. Deriv.: gheroncino, aggheronato, ingheronare, sgheronare.

Ghiattire, schiattire, l’abbaiar del cane quando passa la lepre. È un vb. che col fr. glapir, glaper [in alcuni dial. fr. c’è anche glatir], sp. latir, proviene dalla stessa radice ger. che diè aat. klaffôn, tm. klaffen (v. Caleffare), ol. klappen, e fors’anche tm. klatschen, scoppiare, far rumore. Le rad. klap e klat sono originariamente la stessa cosa. Di qui anche fr. claband, glai. Pare che le voci t. sieno onomatopeiche, come gr. κλάζειν γλάζειν, l. lat-rare.

Ghibellino, nome dei partigiani dell’Imperatore nei sec. XIII e XIV, per contrapposizione a Guelfo, ch’era il partigiano del Papa (Malispini, Stor. Fior. 80; Compagni, Cron. 132). Fu importato dalla Germania sulla fine del sec. XII o sul principio del XIII. Ma colà aveva un significato assai diverso, cioè quello di “partigiano degli Hohenstaufen”, mentre Guelfo valeva “partigiano della casa dei Guelfi”, la quale allora possedeva il ducato di Baviera. In t. suonava Waiblinger, ed ebbe origine dal fatto che Corrado III, il primo degli Hohenstaufen salito all’impero nel 1138, era nativo di Waiblingen, piccola città della Svevia. Ora quando questi nel 21 dicembre 1140 assediava Weinsberg, contro il duca di Baviera Enrico il Superbo suo competitore, i suoi assunsero come grido di guerra Waiblingen, mentre i nemici presero quello di Welph, ch’era stato il nome di molti fra i principi di Baviera. Secondo Ottone Frisingense (De rebus gestis Frid. lib. 2, cap. 2) Weiblingen sarebbe stato il nome gentilizio della casa di Franconia (Henricorum de Gueibelingen), nei cui diritti era succeduta la casa di Svevia o d’Hohenstaufen.