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186 germani — gheffo.


appresso passò a significare la società stessa. La rad. del ger. gilda va cercata nel vb. aat. gëltan, ghêldan, këltan, mat. gëlten, gëlden, tm. gelten, valere, che in senso di “offrire” faceva nell’as. geldan, e nell’ags. gildan. Questo vb. sarà da noi trattato ampiamente alla voce Guidrigildo. Qui accenneremo soltanto che in it. questa parola subì un notevole peggioramento di significato rispetto alle lingue ger., ed anche alle due lingue francesi sorelle, poichè da quello di “società” passò a quello di “società di gente trista, analogamente al tm. Gesindel che dal senso di “compagnia” degenerò in quello di “gentaglia, canaglia”; il che può dare luogo a considerazioni non troppo lusinghiere sull’influenza che esercita sul morale degli uomini l’associazione e il consorzio. Nel fr. moderno questa voce non si conservò, ed anche in ital. è ormai disusata nella sua forma primiera; ma è comunissima nell’ultima evoluzione delle sue trasformazioni che è cialtrone, venuto da geldrone, accrescitivo di geldra. V. Cialtrone.

Germani, nome dei popali teutonici invalso sin dai tempi di Cesare. Il Grimm fondandosi su di un passo di Tacito (Germ. 2) sostiene che questo fosse un appellativo con cui i Celti designarono una popolazione teutonica che, valicato il basso Reno, si stanziò nella Gallia belgica; quindi Germani sarebbe voce celtica significante “guerriero furioso, dal forte grido in battaglia”. Sarebbe perciò stata affine a celt. garmwyn, gridator forte, da garm, grido, gael. gairmean, gairm, grido di guerra. Lo Zeuss la trae dal camb. ger, a. ir. gair, vicino, colla sillaba di derivazione man; cosicchè Germani varrebbe “vicini”. Tutto questo porterebbe ad escludere le varie etim. d’origine ger. che s’erano proposte prima, cioè da ger asta, e man, uomini della lancia; da heerman, uomini della guerra; e da wehrmann, uomini della difesa. Deriv.: germa-nico-nismo-nizzare.

Gheffo, v. Gueffo.