Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
gagliardo. | 165 |
rad. ger. è wad, dal preger. vadh. Nel campo indeu. ha dei singolari riscontri anche di senso in tre lingue: lit., latino, e greco. Il lit. ci offre vadúti, wadúju, riscattare, sciorre, liberare, lett. wadót, riscattare. Il lat. vas, mallevadore, praes [da praevides], lo stesso; vadimonium, sicurtà, vadari, far sicurtà, vadatus, obbligato per sicurtà. Il gr. ἄεθλον, ἄθλον, premio della lotta, guiderdone, ἄεθλος, ἄθλος, gara, lotta, άεθλεύειν, gareggiare, άθλετήρ, άθλετής lottatore (propriamente chi lotta pel premio). La radice gr. è έθ da Fεθ. Dal che si deduce che atleta e gaggio sono evoluzioni della stessa rad. idg. vadh. Nelle rimanenti lingue indeu. la radice idg. assume significati alquanto diversi. Così zend. vadh = vestire, lett. aust = tessere, il che si verifica anche nel lit. áusti, tessere; sans. vadh = giogo. Curtius3 234, 22 399; Fick3 285. Però il Fick3 1, 209 sostiene che vadh sia da rad. idg. vâ tessere. È notevole che il prov. ha il vb. gatiar venuto anch’esso dal tema ger. wadjo, e corrispondente al fr. gager. Ora nelle montagne modenesi (Montese) esiste un vb. ingatiar, “aggrovigliarsi”, desgatiar e sgatiar, nel senso di “stricare fili insieme aggrovigliati”. Questo porterebbe ad ammettere che anche presso di noi dovesse già sussistere un vb. gatiar uguale per forma al prov. e di signif. rispondente a “legare”, ma in senso materiale. V. Ingaggiare e Ingatiare.
Gagliardo, robusto, possente, forzuto, forte (Buti, Boccaccio, Villani). Io credo che, del pari che lo sp. gallardo, proceda direttamente dal fr. gaillard, prov. galhard, che valeva “generoso, vigoroso, ardito”; e una prova l’abbiamo nella comparsa piuttosto tarda che fa in it., cioè nel principio del sec. XIV, quando appunto s’ebbe una specie di travasamento di vocaboli fr. in Italia, per opera sia dei poeti provenzali, sia dei nostri stessi scrittori, e della influenza politica che allora la Francia mediante gli Angioini ebbe in Italia. Il fr. poi, secondo lo Scheler, potè essere venuto da gai (v. Gajo), che in origine signi-