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ingatiarsi — inzafardare. | 263 |
mente, ed anche logicamente, poichè da “ingegno” a “derisione, giuoco” non c’è alcun trapasso possibile. L’aat. geinôn, aprir la bocca, non si presta neppur esso sotto alcun rispetto. Deriv.: inganna-bile-gione-mento-tivo-tore-trice; inganne-rello-vole-volemente-volissimo-volmente; ingannigia; ingann-oso-uzzo; disingannare; sgannare.
Ingatiarsi, intricarsi, aggrovigliarsi (dialetto della montagna modenese). Il prov. ha il vb. engatiar, che ha un signif. alquanto diverso, valendo lo stesso che fr. engager, cioè “impegnare, vincolare”. Ma l’avere il dial. moden. assunto un senso tutto materiale non impedisce che i due vb. non siano della stessa radice. V. anche Sgaggiarsi.
Insturlarsi, percuotere e rompersi la testa contro qualche cosa, urtare. È voce delle montagne modenesi (Montese); a Modena si dice insturlers (Maranesi). Questa voce, di cui sinora nessuno ha cercato l’origine, credo venga dal vb. ger. stirlen, urtare, punzecchiare, stuzzicare, premessavi la prep. in, come in altri casi, e rinforzata la i rad. in u per eufonia. Se il signif. fondamentale di “insturlarsi” è quello di “battere la testa”, si potrebbe pensare anche a t. Stirn, fronte; donde s’avrebbe insturnare, e per dissimilazione insturlare, battere la fronte.
Intuzzare, v. Tozzo.
Inzafardare, inzavardare, imbrodolare, imbrattare (Franzesi, Minucci). Presuppone, a detta del Caix, un * ingifardare, il quale ultimo è verbo denominativo formatosi da * gifardo riposante su aat. gifarit, tinto, macchiato. Questo non è che il participio passato di vb. aat. farawian, farawen, mat. warwen, tm. farben, tingere, colorare. Gifarit non è documentato nella forma maschile, ma è documento nella femminile, dandoci le glosse un aat. gifârida che è spiegato con “fucata”. Il gi rappresenta il solito rinforzo che prende il participio passato tedesco. La stessa radice ger., senza il participio, diè il