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NOTE





(1) L’iscrizione era bilingue, la traduzione latina però non si era perfettamente conservata, la parola Τὴν Ῥώμην vi era tradotta, come pare, per ROMA colla seconda M omessa; avanti a Roma si è supplito il verbo "dant", mentre nel testo greco il verbo poteva secondo l’uso mancare del tutto. Nell’analoga iscrizione n. 374 populus Laodicensis populum Romanum (sc. coronat). Anche l’ altra iscrizione inserita dal Mommsen C. I. L. I. p. 169 avrà parlato del populus Romanus e non di Roma, come si suppone nel supplemento.

(2) Primeggiano fra le monete dell’Asia minore con Roma quelle coniate da C. Papirius Garbo propretore della Bitinia negli anni 693-695 in diverse città della Bitinia e del Ponto. L’averso varia, sul riverso c’è la figura di Roma distinta dal nome, assisa su trofei, armata e reggente Vittoria sulla mano d., vd. Morelli Papiria. Questo tipo non si trova ancora sui denari, ma è divenuto molto frequente nell’epoca imperiale. Quanto all’esemplare descritto e pubblicato dal Sestini Descriz. d’alc. med. del principe di Danimarca p. XIX tav. II, 8 vengo gentilmente informato che l’iscrizione ΡΩΜΗ indicata dal Sestini sull’averso da altri non vi si può riconoscere.

(3) Essendo già fatti gli stamponi leggo nell’Arch. Zeit. 1878 p. 163 la notizia di un rilievo di Rodi dedicato da un Romano alla Θεὰ Πίρτις.

(4) I numeri sono quelli della lista proposta nella traduzione francese del libro del Mommsen. Per agevolare il confronto colle tavole del Morelli e del Cohen è stato aggiunto il nome della gens del monetario ogni volta che non vien mentovato nel testo.

(5) Per appoggiare meglio l’indicata opinione metto in confronto pure il tipo delle monete di rame, cioè la prora del bastimento, perché non solo il bastimento è mezzo ossia sim-