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conosce rappresentanza di essa, prescindendo dalla tavola di Omero fatta da Archelao, dove è compagna di Ἀρητὴ, Μνήμη e Σοφία nel festeggiare la poesia omerica.3 Tutt’altro vale per la Fides romana. A Roma Fides era una delle più solenni divinità, congiunta in modo intimo collo stesso Giove. Ma di più, Fides era d’interesse particolare per le città e nazioni estere che stavano in relazioni coi Romani, a motivo non solo della natura sua intrinseca, ma anche per una necessità politica. Imperciocché il suo tempio situato sul Campidoglio, in prossima vicinanza di quello di Giove era il locale, dove i trattati federali si trovarono pubblicamente esposti. Il senato tenne frequentemente adunanza in questo pubblico archivio federale, ricevendovi i legati di altri popoli (vd. Mommsen Annali d. Inst. 1858 p. 198 sgg.). Sotto questo punto dì vista si ricordi della Πίστις Ῥωμαίων mentovata due volte nella fine dell’inno in onore di Flaminino e si leggano pure le parole di Diodoro XXVII, 5 in proposito dei misfatti di Pleminio, che i Locri invocarono τὴν τῶν Ῥωμαίων Πίστις quelle altre, colle quali presso Livio XXIX, 18 l’inviato dei Locri finisce il suo discorso nell’adunanza del senato convocato nel tempio ad vos vestramque Fidem supplices confugimus. Con tali parole combina benissimo il tipo della medaglia. I Locri non hanno l’intenzione di encomiare Roma padrona della lora città né Roma vittrice ma bensì quella Roma, la quale essendo in perfetta armonia colla Fides rimane fedele al trattato. È un concetto poetico che non poteva offendere la potente città, né essere stimato inconveniente in Locri, Il tipo resta interamente isolato, ma questo fatto non recherà maraviglia a chi ammette essere egli degli ultimi della Magna Grecia.

Per trovare altre rappresentanze di Roma bisogna esaminare i denari romani, pertanto neppure nel loro numero s’incontra presto quello che cerchiamo, passa quasi un secolo, prima che Roma vi si mostri. Per ispiegare meglio