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Cass. XLV, 2. Siccome quella nuova statua di Giove era in genere fatta sul modello di quella di Fidia ad Olimpia, così interpretando le parole di Suetoniosignum reipublicae, quod manu gestaret„ nel senso più stretto si crederà, che fra gli attributi di Giove Capitolino Roma ebbe quel posto che nella statua olimpica tenne Vittoria, cioè si trovò sulla destra di Giove. Nel tempio più antico gli attributi di Giove erano stati scettro e fulmine vd. Liv. XII, I. Ovid. Fast. I. 202 Serv. ad Verg. Ecl. X, 27, la statuetta di Roma si può perciò ritenere per un attributo nuovo originato sotto l’influenza dell’arte e del culto greco.

Più recenti di quell’iscrizione dei Lici sono le monete asiatico-greche che ritraggono Roma, limitandomi però alle monete coniate nella stessa Roma o nell’Italia, lascio quelle2 e m’accingo ad illustrare in primo luogo la moneta della Magna Grecia indicata di sopra.

Testa di Giove laureata

R.° ΛΟΚΡΩΝ Donna assisa sopra una sedia vestita di lungo chitone appoggia il braccio d. sopra uno scudo ed ha al fianco s. il parazonio. In faccia di lei un altra donna vestita in maniera analoga sta colla destra protesa per incoronarla. Dietro la prima si legge ΡΩΜΗ, dietro l’altra ΠΙΣΤΙΣ. Vd. n. 1 della tav.

L’Eckhel D. N. V. I. p. 176 ha esposto che il tipo del riverso si riferisce al decreto, col quale nel 548 il senato romano ha restituito ai Locri la libertà e la loro costituzione, infliggendo una pena severa al Propretore Pleminio, che aveva oltraggiati i Locri in modo orrendo; si confrontino le relazioni dettagliate di questi fatti presso Livio XXIX, 6-9. 16-21 e Diodoro XXVII, 5. Questa spiegazione ha trovato l’applauso generale dei numismatici, il solo Mommsen vi sì è opposto in qualche modo. Imperciocchè egli sostenendo per ragioni di storia politica la teoria, che dopo l’introduzione del denaro romano nel 486