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analitica dei concetti 157

zioni essi stessi (che contengono un molteplice), e perciò con la determinazione dell’unità di questo molteplice che è in essi (vedi Estetica trascendentale)1. L’unità della sintesi del molteplice, fuori di noi o in noi, e perciò l’unificazione, alla quale deve conformarsi tutto ciò che può esser determinatamente rappresentato nel tempo e nello spazio, è dunque essa stessa data a priori, come condizione della sintesi di ogni apprensione, colle (non nelle) intuizioni suddette. Ma questa unità sintetica non può esser altro che quella dell’unificazione del molteplice d’una data intuizione in generale in una coscienza originaria, applicata, in conformità delle categorie, solo alla nostra intuizione sensibile. Perciò ogni sintesi, per la quale la stessa percezione è possibile, sottostà alle categorie; e poichè l’esperienza è conoscenza mediante percezioni unificate, le categorie sono anche condizioni della possibilità dell’esperienza, e valgono perciò a priori per tutti gli oggetti dell’esperienza.

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Se io dunque, per esempio, dell’intuizione empirica di una casa ne fo una percezione mediante l’apprensione del molteplice di essa, ho a fondamento l’unità necessaria dello spazio e dell’intuizione sensibile esterna in generale, e ne disegno, per così dire, la forma secondo questa unità sintetica del molteplice nello spazio. Ma questa unità sin-



  1. Lo spazio, rappresentato come oggetto (come occorre realmente fare in geomtria), contiene più che la semplice forma dell’intuizione, e cioè la sintesi del molteplice dato, secondo la forma della sensibilità, in una rappresentazione intuitiva, per modo che la forma dell’intuizione dà solamente il molteplice, e l'intuizione formale l’unità della rappresentazione. Nell’Estetica io ho attribuito questa unità semplicemente alla sensibiità, solo allo scopo di rilevare che essa è prima di ogni concetto, sebbene presupponga una sintesi, la quale non appartiene ai sensi, ma dalla quale è reso possibile ogni concetto di spazio e di tempo. Poichè, infatti per essa (in quanto l’intelletto determina la sensiblità) il tempo e lo spazio vengono dati come intuizioni, l’unità di questa intuizione a priori appartiene allo spazio e al tempo, e non al concetto dell’intelletto (§ 24). (N. di K.)