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logica trascendentale
 


§ 17.

Il principio dell’unità sintetica dell’appercezione è il principio supremo di ogni uso dell’intelletto.

Secondo l’Estetica trascendentale, il principio supremo della possibilità di ogni intuizione in rapporto alla sensibilità era: ogni molteplice di essa sottostà alle condizioni formali dello spazio e del tempo. Il principio supremo della possibilità stessa in rapporto all’intelletto è: che ogni molteplice dell’intuizione sottostà alle condizioni della unità sintetica originaria della appercezione1. Tutte le molteplici rappresentazioni della intuizione sono soggette al primo, in quanto esse ci son date; al secondo, in quanto debbono poter essere unificate in una coscienza; perchè senza di ciò niente può esser pensato e conosciuto, perchè le rappresentazioni date non avrebbero comune l’atto appercettivo Io penso, e non sarebbero perciò mai unificate in una autocoscienza.

L’intelletto è, per parlare in generale, la facoltà delle conoscenze. Queste consistono nel rapporto determinato di date rappresentazioni con un oggetto. Ma l’oggetto è ciò, nel cui concetto il molteplice di una data intuizione è unificato. Se non che ogni unificazione delle rappresentazioni richiede l’unità della coscienza nella sintesi di esse. Dunque, l’unità della coscienza è ciò, che solo costituisce il rapporto delle rappresentazioni con un oggetto, e quindi la loro validità oggettiva, ossia ciò che le fa conoscenze e su cui perciò riposa la possibilità dell’intelletto.



  1. Lo spazio e il tempo e tutt ele loro parti sono intuizioni, perciò rappresentazioni particolari, col molteplice che contengono in sè (vedi Estetica trascendentale); non dunque semplici concetti, pei quali la stessa coscienza sia come contenuta in molte rappresentazioni, ma molte rappresentazioni come in una sola e nella loro coscienza, e formanti quindi un tutto e per conseguenza si ha l’unità della coscienza sintetica e tuttavia originaria. Questa loro particolarità è importante nella applicazione (v. § 25). (N. di K.)