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solenne fu fatto non solo delle sue ceneri, ma pur anco di tutto il gran deposito, dalla lontana chiesa di S. Benedetto sino al palazzo delle scuole, detto volgarmente lo Studio pubblico e vicinissimo all’antica paterna casa dell’Ariosto, dove in faccia alla seconda sala della Biblioteca fu onorevolmente collocato. In questa circostanza i mortali avanzi del poeta, trovati sepolti in terra sotto al monumento e in luogo assai umido, furono riposti, con medaglia di metallo, entro cassa di cipresso e chiusi in alto dietro la grande iscrizione in pietra nera. Questa cerimonia, solennizzata per due giorni di festa e da prose e rime stampate, ebbe luogo dopo la seconda venuta de’ francesi in Italia nel 1801, e nel giorno anniversario della morte dell’Ariosto. Il Monti, per una licenza convenevole alla poesia, fa un anacronismo indietreggiando questo avvenimento di qualche anno.
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- . . . . . . . . la Carisenda:
E questa una torre in Bologna, detta anche la torre mozza, la quale è inclinata in guisa che sembra voglia cadere.
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- Ed il felsineo vidi Anacreonte
- Cacciato di suo seggio . . . . . . . .
Il conte Lodovico Savioli senatore bolognese e autore delle eleganti canzonette intitolate AMORI. Malcontento delle riforme che il cardinale Buoncompagni voleva introdurre in Bologna, si unì agli oppositori, onde fu nel numero de’ senatori disgraziati dal papa. Al contrario, favoreggiatore delle nuove opinioni repubblicane, fu dalla re-