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Cercai la sua grandezza; e non vedea
Che mestizia e squallor, tanto che appena
162Il memore pensier la conoscea:

Ne cercai l’ardimento; e nella piena
De’ suoi mali esalava ire e disdegni
165Che parean di lion messo in catena:

Ne cercai le bell’arti e i sacri ingegni,
Che alzar sublime le facean la fronte
168E toccar tutti del sapere i segni;

Ed il Felsineo vidi Anacreonte
Cacciato di suo seggio, e da profani
171Labbri inquinato d’eloquenza il fonte;

Vidi in vuoto liceo spander Palcani
Del suo senno i tesori, e in tenebroso
174Ciel la stella languir di Canterzani;

E per la notte intanto un lamentoso
Chieder pane s’udía di poverelli
177Che agli orecchi toglieva ogni riposo.

Giacean squallidi, mudi, irti i capelli,
E di lampe notturne al chiaror tetro
180Larve uscite parean dai mesti avelli.