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Anno XIV. 6 Marzo 1915. Num. 10.


Giornale settimanale per le famiglie

IL BUON CUORE

Organo della SOCIETÀ AMICI DEL BENE

Bollettino dell’Associazione Nazionale per la difesa della fanciullezza abbandonata della Provvidenza Materna, della Provvidenza Baliatica e dell'Opera Pia Catena

E il tesor negato al fasto
Di superbe imbandigioni

Scorra amico all’umil tetto .....

ManzoniLa Risurrezione.

SI PUBBLICA A FAVORE DEI BENEFICATI della Società Amici del bene e dell'Asilo Convitto Infantile dei Ciechi
La nostra carità dev’essere un continuo beneficare, un beneficar tutti senza limite e senza eccezione.
RosminiOpere spirit., pag. 191.

Direzione ed Amministrazione presso la Tipografia Editrice L. F. COGLIATI, Corso Porta Romana, N. 17.




SOMMARIO:


Educazione ed Istruzione. —La leggenda dell’asino e del bue di Betlemme.
Religione. —Vangelo della III domenica di Quaresima. La falsificazione delle pellicce. — Le colonie dello Stato di Santa Catharina
Beneficenza. —Per l’Asilo infantile dei Ciechi Luigi Vitali. — Provvidenza materna.
Notiziario. —Necrologio settimanale. — Diario.

Educazione ed Istruzione


La leggenda dell’asino e del bue di Betlemme


Dipinti negli antichi affreschi, scolpiti sui primitivi sarcofagi, disegnati sui mosaici, incisi sulle gemme e sull’avorio, intrecciati alla storia e alla leggenda, l’asino e il bue nella rappresentazione della nascita del Redentore sono quasi così immancabili come i pastori, i Re Magi, Sali Giuseppe, la Vergine Maria e lo stesso Bambino Gesù.

Come si formò questa tradizione?

Nessuna menzione di questi due animali troviamo nelle pagine del Nuovo Testamento. Ecco come San Luca narra la nascita di Gesù nel suo Vangelo: «Ed Ella (Maria) portori il suo figliolo primogenito, e lo involse nelle fasce, e lo pose a giacere nella. mangiatoia, perciocchè non vi era luogo per loro nell’albergo». Eppure in questo passo del terzo Vangelo, si può trovare l’embrione di quella leggenda, embrione che cominciò a svilupparsi, oltre un secolo dopo l’apparizione del Vangelo di San Luca, per opera di Origene, il primo grande pensatore teologo, oratore ed esegeta della cristianità.

Nella tredicesima delle sue «Omelie su San Luca» Origine così interpretò il surriferito brano del terzo Vangelo: «Ecco ciò che prediceva il Profeta (Isaia) con le parole: Il bue conosce il suo possessore e l’asino la mangiatoia del suo padrone. Il bue è un animale mondo: l’asino immondo. Non il popolo d’Israele, ma l’animale immondo uscito dalle nazioni pagane conobbe la mangiatoia del suo padrone. Ma

Israele non mi ha conosciuto e il mio popolo non ha compreso. (Il libro d’Isaia, i, 3). Sforziamoci d’intendere ciò, facciamoci innanzi verso la mangiatoia per riconoscere il padrone ed essere fatti degni del suo sapere». Quantunque le Omelie su San Luca, improvvisate da Origene, siano giunte a noi in non perfette versioni latine, pure dal passo citato risulta chiaro che Origene soltanto allegoricamente applica le parole di Isaia alla visita dei pastori a Gesù Bambino giacente nella mangiatoia. Anche San Gregorio Nazianzeno e Sant’Ambrogio nei loro sermoni sulla natività di Cristo considerarono il bue e l’asino come semplici simboli dell’umanità israelitica e della pagana. E alla loro opinione, (ereditata certo da Origene, si associarono altri Padri e Dottori della Chiesa, quali Paolino vescovo di Nola, San Gerolamo, il poeta Prudenzio, detto il Virgilio cristiano, e San Pietro Crisologo.

A S. Gregorio di Nyssa, tuttavia, si vorrebbe attribuire un’opinione contraria. Nel suo sermone sulla «Nascita di Cristo» egli avrebbe detto: «Nel mezzo della mangiatoia fra il bue e l’asino giace il Padrone di entrambi, ed Egli, gettando giù il muro di divisione, può unirli in Sè stesso e farne un nuovo uomo, liberando l’uno dal pesante giogo della legge, e l’altro dal basto dell’idolatria».

Molta importanza viene data a questo passo di S. Gregorio da illustri gesuiti, quali Suarez, Maldonato e altri, i quali sostengono che la presenza materiale del bue e dell’asino nella mangiatoia al momento della nascita di Cristo sia una costante tradizione della Chiesa cattolica.

In ogni modo, la presenza del bue e dell’asino alla nascita del Salvatore simboleggiano i Giudei e i pagani che si recano ad adorare il Bambino Gesù nella stalla di Betlemme.

Intanto, durante i primordi della leggenda di cui ci occupiamo, i due simbolici animali venivano introdotti anche nell’arte cristiana.

Il primo esempio di ciò a noi tramandato è il frammento di un piccolo sarcofago trovato nel 1851 nella catacombe di S. Agnese a Roma, frammento che ora si trova nella sezione Cristiana del Museo Laterano, presso il famoso sarcofago che rappresenta «L’Ascensione di Elia».