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Anno XIII. 12 Dicembre 1914. Num. 41.


Giornale settimanale per le famiglie

IL BUON CUORE

Organo della SOCIETÀ AMICI DEL BENE

Bollettino dell’Associazione Nazionale per la difesa della fanciullezza abbandonata della Provvidenza Materna, della Provvidenza Baliatica e dell'Opera Pia Catena

E il tesor negato al fasto
Di superbe imbandigioni

Scorra amico all’umil tetto .....

ManzoniLa Risurrezione.

SI PUBBLICA A FAVORE DEI BENEFICATI della Società Amici del bene e dell'Asilo Convitto Infantile dei Ciechi
La nostra carità dev’essere un continuo beneficare, un beneficar tutti senza limite e senza eccezione.
RosminiOpere spirit., pag. 191.

Direzione ed Amministrazione presso la Tipografia Editrice L. F. COGLIATI, Corso Porta Romana, N. 17.




SOMMARIO:


Educazione Istruzione. —Di notte sulla specula Vaticana. Un aneddoto sconosciuto di Vittorio Emanuele II.
Religione. —Vangelo della quinta domenica d’Avvento ambrosiano. Ancamò «La guèra» (poesia). — Bozzetto. — Necrologia Pia Gavazzi Gnecchi. — Beatitudine di Gesù (poesia). — Un prete - Soldato al fronte — Notizie recenti del Seminario iudigeno di S. Tomaso d’Aquino.
Beneficenza. —Opera Pia Catena. — Provvidenza materna.
Notiziario. —Necrologio settimanale. — Diario.

Educazione ed Istruzione


Di notte su la Specola Vaticana

;: :: :: passando in rivista il firmamento

La cometa Delavan - I crateri della luna - Giove e i suoi satelliti - La Pleiadi - Capella - Il passaggio dl Mercurio innanzi al sole.


Sotto l’androne massiccio che da S. Marta conduce al cortile di S. Damaso, la guardia svizzera passeggia pesantemente; un’altra, alla luce di una lanterna che pende innanzi al corpo di guardia, legge avidamente forse le ultime notizie della guerra.

Varchiamo il portone semichiuso, non senza un qualche stupore della guardia. E’ notte; fuori il cielo è stellato, ma cupo ed umido.

— Questa nebbia che si solleva dall’orizzonte ci procurerà qualche sgradita sorpresa — mi dice la mia cortese guida, impedendoci forse di poter osservare dettagliatamente la cometa Delavan.

La guida cortese che mi accompagna nella visita alla Specola Vaticana è il mio ottimo amico prof. Pio Emanuelli, al quale debbo il piacere di aver potuto esaminare di notte il glorioso osservatorio.

Il prof. Emanuelli mi aveva invitato ad osservare dall’alto della Specola Vaticana la cometa Delavan, che, com’è noto, ha fatto la sua comparsa in questi giorni.

— La cometa, — mi dice l’Emanuelli, mentre attraversiamo la strada che conduce ai Musei, — si vede ogni sera a cominciare da tre quarti d’ora

dopo il tramonto del sole fino verso le 9 pomeridiane.

Entriamo nei giardini per una porticina praticata nel muro di cinta. Tutt’intorno il più profondo silenzio: la luna, che risplende ad ovest, disegna una lunga teoria di strani fantasmi tra gli alberi secolari dei viali.

Giriamo intorno alla fontana detta dell’Aquilone e siamo innanzi al primo caseggiato della Specola. La palazzina è tutta profondata in mezzo al verde folto degli alberi; vicina ad essa una cappellina dalle piccole finestre a sesto acuto; vi si prega; le piccole finestre sono illuminate d’una luce fioca, raccolta.

La Specola

Il primo padiglione della Specola più grande degli altri quattro, si erge a fianco d’uno dei torrioni maestosi che mille anni fa sorsero a difesa contro i Saraceni e che conservano ancora la maschia ossatura medioevale.

La palazzina è di data recente; essa fu fatta edificare da Leone XIII che amava passarvi i mesi più caldi dell’estate: Il suo successore Pio X volle invece farne generosa donazione alla Specola, la quale trasportò colà, dalla primitiva torre Gregoriana, la biblioteca e gli uffici di osservazione.

Nella prima delle torri vi è un rifrattore visuale con obiettivo, oculari e microscopi della famosa casa tedesca di Merz, con il quale il P. Hagen, l’illustre direttore della Specola, eseguisce importanti lavori di astronomia stellare; nell’altra vi è l’equatoriale fotografico con cui il P. Lais attende da circa 25 anni al grandioso lavoro della carta fotografica del cielo. V’è poi, a mezza strada tra le due grandi torri, una piccola torre di forma semicircolare contenente un cannocchiale di 16 cm. Infine altri due padiglioni esistono a poca distanza, in uno dei quali è racchiuso un eliografo (strumento per le fotografie del sole); nell’altro un meridiano.

Le due grandi torri sono unite da un comodo ponte di ferro sospeso, al di sopra dei viali, che allaccia naturalmente anche il terzo padiglione dove è installato il cannocchiale di 16 cm.