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Anno XI. | Sabato, 22 Giugno 1912. | Num. 25. |
Giornale settimanale per le famiglie
IL BUON CUORE
Organo della SOCIETÀ AMICI DEL BENE
Bollettino dell’Associazione Nazionale per la difesa della fanciullezza abbandonata della Provvidenza Materna, della Provvidenza Baliatica e dell'Opera Pia Catena
E il tesor negato al fasto Manzoni — La Risurrezione. |
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La nostra carità dev’essere un continuo beneficare, un beneficar tutti senza limite e senza eccezione.
Rosmini — Opere spirit., pag. 191.
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Direzione ed Amministrazione presso la Tipografia Editrice L. F. COGLIATI, Corso Porta Romana, N. 17.
SOMMARIO:
Beneficenza
Scuola Infermiere |
Principessa Jolanda |
Siamo dinanzi a un nuovo trionfo della beneficenza milanese: una scuola d’infermiere, imperniata ad un nuovo ospedale medico-chirurgico, che, dedicato al nome della gentile principessa Jolanda, è sorto sotto il patronato di S. M. la Regina Elena. Ad un tratto, senz’alcun rumore, senza istanze, senza nessuna di quelle industrie che sono indispensabili alle iniziative, ci troviamo di fronte ad un fatto compiuto, che, pur dal lato dell’estetica, parla di munificenza, di beneficenza larga e illuminata.
È un prodigio dovuto specialmente a signore intelligenti e munifiche, le quali dal dire al fare non han trovato il mare.
A pochi passi dalla vetusta basilica delle Grazie, in via Caradosso, si presenta nelle sue belle linee architettoniche la Scuola delle infermiere, nella quale va ora ad effettuarsi un nobile intento ispirato ad affettuoso interessamento per l’umanità sofferente.
L’esempio è venuto dall’estero e si è imposto ad anime generose.
Assai sentito è il bisogno di provvedere all’assistenza dei malati a seconda delle esigenze e dei progressi della scienza, e in armonia ai naturali sentimenti di pietà. Si tratta di elevare le assistenti dei malati alla loro giusta posizione, di toglierle dalla classe delleL’utilità di tale istituzione dovrebbe estendersi dagli ospedali alle case private, dove, se non manca l’assistenza affettuosa, ispirata da affetti famigliari o da sentimento religioso, manca sovente l’assistenza efficace, che rappresenti la mano esperta e perseverante, fedele e intelligente coadiutrice del medico e del chirurgo.
Bisogna pertanto rendere accessibile l’ospedale a giovani donne di civile condizione, di elevato sentire, e ciò senza implicare un onere finanziario e procurando invece una posizione rispettabile a chi sente inclinazione per un ufficio nobile in cui può esplicarsi largamente la bontà del cuore umano senza costrizione ad alcuna rinuncia.
Risulta evidente, per raggiungere l’intento, la necessità di un armonico coordinamento di tutti i servizi sanitari e amministrativi; quindi la necessità di un ospedale autonomo, dove l’infermiera possa non solo munirsi di un’adeguata cultura tecnica, ma altresì corredarsi di una indispensabile educazione morale, igienica ed economica, sì da dare pieno affidamento per la migliore assistenza dei malati col minore dispendio.
A questo ideale si mira colla Scuola delle infermiere e col relativo ospedale, ove sono fin d’ora aperte le iscrizioni per le aspiranti animate da speciale vocazione.
L’istituto sorge in uno dei punti migliori della Milano nuova, e consta della scuola-convitto, con camere separate per ciascuna allieva, con bagni, biblioteca, sale da pranzo e di studio, con riparti medico-chirurgici perfettamente distinti per malati gratuiti o solventi, e con ogni conforto igienico, nonchè colla gaiezza derivante da un promettente giardino.
Le rette dei paganti vengono erogate come contributo al funzionamento dell’istituzione.
Il corpo sanitario proviene da quello incaricato dell’insegnamento, da personale medico di assistenza interna e da consulenti, e la immediata direzione morale