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122 Matteo Bandello

D’ogni bel, d’ogni buon, ciascun, vi loda.
     Dice: Costei a tutte l’altre tolle,
     Se non ch’ha il cor di marmo, e pien di gelo.


V. 4. S’indori e inostri, si colori d’oro e di porpora; cfr. Petrarca: «dora e ’mperla e ’nostra», Canz., CXCII, v. 5.

V. 13. Tolle, toglie il pregio, supera.

V. 14. Cor di marmo. Il Leopardi dice una madre «dotata di freddezza marmorea» in Pensieri ecc., ediz. Carducci, v. I, p. 141; anzi quella in cui i biografi ormai s’accordano nel riconoscere la sua, Adelaide Antici-Leopardi.


LXVIII.

Il poeta esamina tutte le belle donne che vede: tutte cedono in bellezza di fronte alla Mencia, perfezione di bellezza e di bontà.


I’ vo mirando quello e questo viso
     Di tante belle donne, se si vede
     Di Voi sembianza, che qui fate fede
     4Di tutto ’l bel che s’ha nel paradiso.
E quanto più vi guardo intento e fiso,
     So che s’inganna chi trovar qui crede
     A par di Voi beltà cui tutto cede,
     8Quant’è di bello in qual si voglia assiso.
Dunque Voi sola il bel del bel del cielo,
     E d’ogni buono il buon perfetto e vero,
     11Unitamente, oh rara grazia! avete.
Oh me beato, poi che ’l mio pensiero
     A Voi si volge, e sotto ’l mortal velo
     14Scerno che sola al mondo bella sete!


V. 1. I vo’ mirando, spunto petrarchesco, cfr.: «I’ vo pensando e nel penser m’assale» (Canz., CCLXIV); «I’ vo piangendo i miei passati tempi» (ivi, CCCLXV).

V. 3. Sembianza, altra che abbia le sembianze vostre, che vi rassomigli.