e di altri simili personaggi, sono ricordati ad ogni pagina. Lao-tse nel suo scritto non nomina singolarmente alcuno, nè dice dove abbia preso la sua scienza; e l’aver fatto risalir tant’alto le fonti della dottrina del Tao è opera della scuola che nacque più tardi. Secondo i Taosi adunque, Huang-ti avrebbe anche scritto un libro, che si conserva tuttora, intitolato Yin-fu-king «Libro delle corrispondenze segrete». Fu un certo Li-tsiuan, che viveva al tempo della dinastia de’ Thang, il quale, fatto un commento a un’opera che aveva quel titolo, prese a sostenere nella prefazione che era scrittura di Huang-ti; ma tutto fa credere che testo e commento non siano che opera di Li-tsiuan stesso, come tien per fermo Cu-tse, critico di grande autorità appresso i Cinesi. Il modo stesso con cui sarebbesi ritrovato quell’antico libro, induce di per sè a dubitar del fatto. Li-tsiuan, che era un caldo seguace della dottrina de’ Genii, erasi ritirato, com’è costume di tal gente, nelle montagne a meditare. E mentre era in una grotta del Sung-shan, uno dei cinque monti sacri della Cina,1 gli apparve Huang-ti e gli consegnò il detto volume, sul quale era scritto: «Kheu-khien-ci, patriarca dei Taosi, il secondo degli anni cên-kün (442 d. C), lo trasmise a tutti i luoghi famosi d’eremitaggio». Li-tsiuan, benchè si fosse posto a copiare e studiare il libro ch’egli ebbe, non riuscì a chiarirne bene il concetto; e perciò recatosi al monte Li, nella provincia di Shen-si, se lo fece spiegare a passo a passo da una vecchia fata, che là stava da moltissimi anni. Altri dicono che il detto personaggio avesse avuto da Huang-ti il detto libro insieme con altra scrittura intitolata Su-shu. Ma le più delle leggende asseriscono, che
- ↑ Vedi pag. 432 in nota.