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l’elisione delle parole ecc. 69

nome al sostantivo, la preposizione al suo complemento, il verbo al suo soggetto, l’avverbio all’aggettivo, ecc.

Il segno dell’elisione è l’apostrofo (’). Vedi indietro, pag. 6 in fine.


§ 2. Quindi ne deriva che, dovendosi spezzare una parola elisa in fine di riga, bisogna trasportare nella linea sottoposta la consonante che fa sillaba colla vocale iniziale della parola seguente. Se pertanto, arrivati in fine d’una linea, dobbiamo scrivere tutt’altro, sarà necessario che terminata la linea con tut-, cominciamo la seguente con la sillaba t’al-tro. Vedi cap. vii, § 10.


§ 3. L’elisione si suol fare comunemente nelle parole seguenti:

negli articoli lo e la, gli, le e nel femminile indeterminato una, soli e in composizione. L’articolo gli si elide soltanto dinanzi a parola cominciante per i; l’art. le solo davanti a parola che cominci per e, ma non davanti ad un plurale che sia simile al singolare: le età non l’età che sarebbe singolare. Esempii: le ánime, le usánze, l’époche, l’amóre, l’innocènza, un’ánima, alcun’áltra, gl’ingégni, gl’imperatóri; l’èrbe, l’eresíe, l’ánima; mentre deve scriversi gli ángeli, gli eremíti, per non alterare il suono del gli. Vedi cap. iv, § 12.


§ 4. nella preposizione di. Esempii: d’amóre, d’èrbe, d’òdio, d’uòmo. — La preposizione da non si elide fuorchè in poche locuzioni avverbiali, come sono d’altrónde, d’áltra párte, d’ora innánzi, d’allóra in poi:

nelle particelle enclitiche pronominali ed avverbiali mi, ti, si, vi, ci, ne, lo, la, gli, le. Esempii: