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le consonanti 27

hái, ha, hánno, per evitare equivoco con parole di suono uguale; ed in certe interiezioni. P. es. ah, áhi, deh, oh, óhi, húi.


§ 11. Le due spiranti dentali s e z differiscono in questo, che la prima è spirante semplice, l’altra è composta di un’s e d’una muta dentale. Ambedue possono avere due gradazioni di suono, vale a dire un suono duro che tiene del palatale; e un suono molle e quasi ronzante. La s dicesi anche sibilante.


§ 12. s ha di sua natura suono duro; e tale lo conserva sempre quando si trova doppia. P. es. cássa, dísse, rósso; o quando segue ad un’altra consonante. P. es. piánse, pólso, gèlso, órso. Lo conserva pure quando si trova in principio di parola, o della seconda parte d’una parola composta. P. es. sapére, sénno, séte, sópra, súbito; venti-sèi, cinquanta-sètte, credèndo-si, altre-, ri-sòlvere, ri-suscitáre, pre-sentíre:

davanti a consonante, sia in principio che in mezzo di parola, s si fonde in un unico suono con quella, e piglia suono aspro o dolce, secondo la natura della consonante stessa. P. es. scála spíllo, sfèrza, destrézza, sbandíre, sdéqno, slanciáre, dismésso, snodáre, sradicáre, disviáre.


§ 13. Al contrario l’s è molle, per regola generale, in mezzo a due vocali della stessa parola. P. es. tesòro, spásimo, usúra. Molte però sono le eccezioni, e principali le voci seguenti (compresi i derivati);

i suffissi aggettivali óso, a, i, e. P. es. bramóso, golóso, bramosía, golosità:
i participii, e i passati remoti dell’indicativo in -éso, ési; e i nomi in -ésa, -ése, P. es. accéso, io ac-