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SCENA XI.1

 

  Infelice, abbandonata
  Mi vedete, eterni Dei;
  Nell’orror de’ mali miei
  Son costretta a palpitar.
  Pur se voi d’amica stella
  Scintillar mi fate un raggio,
  Io ripiglio il mio coraggio,
  E comincio a respirar. (parte

ATTO TERZO

SCENA II.2

 

  Che più3 bramar poss’io?
  Più non chiamo ingiusto Amore;
  Mi son dolci le sue pene,
  S’è costante il caro bene
  Nel serbarmi fedeltà. (entra in casa di Nardo

  1. Vedi pag. 182.
  2. Vedi pag. 197.
  3. Zatta: Che mai più ecc.