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IL FILOSOFO DI CAMPAGNA | 197 |
V’offro l’albergo mio, ma con un patto,
Che subito sul fatto,
In mia presenza, e d’altro testimonio,
Si faccia e si concluda il matrimonio.
Eugenia. Sì, sì, ve lo prometto.
Andiam nel vostro tetto, se vi aggrada.
Lena. Precedetemi voi; quella è la strada.
Eugenia. Andiam, Rinaldo amato;
L’innocente desio seconda il fato.
Che più bramar poss’io?
Che più dal Cielo aspetto?
Andrò col mio diletto
La pace ad incontrar.
Del genitore al fine
Si placherà lo sdegno.
Amor prenda l’impegno
Quest’alme a consolar1.
(entra in casa di Nardo
SCENA III.
Rinaldo e La Lena.
In braccio al mio contento
Per voi andrò... (in atto di partire
Lena. Fermatevi un momento.
Se grato esser volete,
Qualche cosa potete
Fare ancora per me.
Rinaldo. Che non farei
Per chi fu sì pietosa a’ desir miei?
Lena. Son contadina, è vero,
- ↑ Nella ristampa del 1756 quest’aria fu sostituita da un’altra più breve, che si legge nell’Appendice.