Pagina:Gioberti - Del rinnovamento civile d'Italia, vol. 3, 1912 - BEIC 1833665.djvu/143

cognizioni, s’inducono per vanitá o leggerezza a sciorinar di mano in mano i loro piccoli acquisti, estinguono in se stessi la vena dell’invenzione e si tolgono il modo di produrre col tempo opere grandi e non periture.

Attendendo insieme cosi a procacciarvi e maturare le idee, come all’arte difficile di esprimerle acconciamente, terminerete il lungo e funesto divorzio delle cose e delle parole. La parola è di sommo rilievo, imperocché «il pensiero dell’uomo si aggira in se stesso, laddove la favella abbraccia il comune; onde l’eloquenza saputa è migliore dell’acutezza infaconda» (0. Ma d’altra parte la facondia senza il sapere non ha alcun valore. «Niuna stabilitá hanno le scritture che non sieno fondate sulla scienza di coloro che scrivono, e se ne vanno come piume alle aure del favor popolare e della grazia dei principi, che passa come fiore di primavera» ( a ). Né le cose vere e utili profittano alla scienza se non sono anco pellegrine e profonde, ché queste sole l’accrescono e la rendono proporzionata ai tempi. La pellegrinitá non consiste, come oggi si crede da molti, nel contraddire e distruggere l’antico, ma nel farne emergere il nuovo, che vi giace, per cosi dire, come in un sacrario (3) e vi si occulta, secondo Dante, come in un’ascosaglia (4), onde vuol esser tratto e messo in luce per opera dell’ingegno. Per tal modo le tradizioni e i progressi, il mantenere e l’innovare s’intrecciano e si mischiano insieme nelle lettere e nelle dottrine, come nel giro universale della civiltá e nell’arte di reggere gli Stati e le nazioni.

E però i giovani abbisognano nel pensare e nell’operare del senno degli attempati. La gioventú ha convenienza colla plebe e coll’etá eroica delle nazioni ; e come il genio adolescente al barbarico, cosi il puerile al salvatico rassomiglia. La plebe e la barbarie (dico quella che nasce da rozzezza, non quella

(1) Cic., De off., I, 44.

(2) Tasso, Il Cataneo ovvero degl’idoli.

(3) «Ex Horatii et Virgilii et Lucani sacrario firolatus» (fnter opera Tac.. De orai., 20).

(4) «Veritates occuttas et utiles de suis enucleare latibulis» {De mon.. 1).