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Libro primo 7

proprî diritti in linea penale o civile, a seconda dei casi.

Nota. — Questo articolo si riferisce in modo particolare alle aggressioni con vie di fatto, nelle quali, per errore di persona o per equivoca interpretazione dei fatti, un gentiluomo subisce l’offesa. Chi sbaglia si abbia il danno e paghi i cocci del malanno cagionato.

ART. 4.

L’intenzione di offendere può essere determinata dalla negazione dell’offesa, ma non dall’accettazione della sfida.

Nota. — Non si accettano sfide quando si ha la coscienza di non essere debitore di riparazione verso chicchessia; ed in tal caso la negativa dell’intenzione offensiva, non vale soddisfazione. Negando l’offesa, quando l’offesa veramente ci fu, si concede ampia riparazione (Art. 2) della ingiuria. Però, è sempre di spettanza e di obbligo dei rappresentanti delle parti di mettere in chiaro se vi fu o meno l’intenzione di offendere: e, al seguito delle conclusioni da essi dedotte e dall’esame della querela, pronunceranno di comune accordo, e senza partito preso, il giudizio atto a tutelare secondo ragione e giustizia l’onorabilità del supposto o reale offeso. Quindi, la nomina dei rappresentauti per rispondere alla domanda di riparazione non significa vera e propria accettazione di sfida, e tanto meno riconoscimento in chi sfidò della qualità di offeso; ma solamente un atto cortese di lealtà, col quale si lascia al giudizio di estranei la definizione del dibattito cavalleresco (v. n. all’art. 128).