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liani dalle idee generali, dai principii, dal partecipare alla vita, ai dolori, alle gioie dei loro contemporanei?

La civiltà italiana è una civiltà di pittori, di scultori, di architetti, di musici. Gli è che per compensare gli Italiani dell’olocausto che essi dovevano fare delle loro idee che non fossero ortodosse, Roma ha offerto agli Italiani l’oro e l’argento di tutti i popoli d’Europa.

La magnificenza inutile delle città italiane doveva appagare l’avidità e il gusto di questo popolo di esteti a cui non era concesso di pensare.

20 Febbraio

Mancando di libertà, gli scrittori italiani si racchiudono da secoli in una sensualità elegante, come i pastori dell’Arcadia si rifugiavano in grotte forse un po’ strette ma deliziose. Ad eccezione di qualche grande poeta: Dante, Leopardi, Manzoni che rappresentano piuttosto una reazione contro l’Italia che una sua espressione — tutti gli scrittori italiani hanno sempre cercato di evitare gli scogli dei principi, le tentazioni delle idee generali, gli abissi dei drammi morali. La loro materia è la «sensazione», la loro ambizione lo «stile». Nel XIV°, nel XV° secolo essi descrivono in modo convenzionale e letterario i sorrisi, i pudori, gli sdegni, le forme delle loro dame. Nel XVI° secolo essi cantano in versi perfetti le imprese e gli amori dei paladini di Francia, eroi molto lontani, o i rischi corsi in Terra Santa da