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fatti e teorie 83

conto di certe differenze fra i due stati elettrici, positivo e negativo, non più considerati simmetricamente.

Ma soprattutto in due casi si presentano dei problemi di fatto dipendenti dalle sopra accennate ipotesi rappresentative:

a) Quando si voglia estendere la teoria ad abbracciare la spiegazione dei fenomeni elettrici che avvengono nei corpi in movimento (tempo di propagazione dell’azione elettrica, ecc.).
b) Quando, senza uscire dalla Elettrostatica, si voglia tener conto del modo come varia l’azione elettrica al variare del mezzo.

Se, p. es., si concepisce l’attrazione di due punti elettrizzati come trasmessa secondo la linea retta che li congiunge (rappresentazione del filo elastico), si viene a supporre che codesta attrazione non varii quando il mezzo sia modificato in una parte non attraversata da quella linea; ed ecco un’ipotesi falsa, la quale mostra come l’accennato concetto teorico non sia adeguato ai fatti.

Da tali considerazioni sorge un motivo di preferenza per la teoria maxwelliana (cfr. cap. IV); ma a noi basta qui di aver messo in luce come la determinazione degli enti fittizii, che vengono aggiunti a rappresentare certi fatti, varii e si vada progressivamente compiendo per rispondere alla estensione delle conoscenze.


§ 27. Teoria delle soluzioni.

Un altro esempio interessante è offerto dalla teoria delle soluzioni, costruita da Van’ t’ Hoff.

Il fondamento della teoria sta nell’associazione intima stabilita fra le soluzioni e i gas, sotto il concetto di sostanza diffusibile.

La diffusione di un gas ha trovato un’adeguata immagine nel sistema cinetico, ove il gas stesso viene pensato come un insieme di particelle liberamente mobili, che coi loro urti determinano la pressione. La stessa rappresentazione si può adattare alle soluzioni, attesochè il disciogliersi di una sostanza in un liquido si manifesti come una disgregazione progressiva; ed è suggestivo di paragonare questo modo di scioglimento al diffondersi di certi vapori nell’atmosfera.

La teoria cinetica dei gas (cfr. Cap. VI) conduce, anzitutto, in una prima approssimazione, alle seguenti leggi dei gas perfetti:

1) La proporzionalità della massa al prodotto del volume e della pressione (legge di Boyle).
2) La proporzionalità del volume alla temperatura (legge di Gay Lussac).

La massa, il volume e la temperatura di un gas corrispondono immediata-