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322 | Scola della Patienza |
marcire, nè tarlarsi; Non arde, nè fa carbone, e a guisa di pietra per niuna forza si consuma. Han trovato, che questo legno per le pitture è immortale, come quello, che non si spacca, non si tarla, e sempre dura.a
Celio Rodigino dice d’haver veduto una Torre fatta di Larice, la quale Giulio Cesare non potè gettare à terra col fuoco. A questo albero si può benissimo assomigliare un’huomo patiente, e che con animo forte sopporta ogni cosa. Arde egli talvolta in mezo le fiamme delle calamità, e delle miserie mà non se gli brugia pure una minima foglia, non gli scappando di bocca ne anche una minima parolina, che sappia d’impatienza. Tale onninamente fù Giob, il quale come un legno, che non teme il fuoco In omnibus his non peccavit labiis suis. b In tutte le cose, che patì,