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1155 genetrix | gens 1156 |
casus genetivus e sempl. genetivus, genitivo, Quint. ed a.
gĕnĕtrix, (non genitrix), trīcis, f. (genitor), I) genitrice, madre, Hor., Verg. e Plin.: di Cibele come madre degli dei, Verg.: Venus, come origine della stirpe di G. Cesare, il quale le edificò un tempio sotto questo nome, Suet. II) trasl., produttrice, creatrice, madre, frugum, Cerere, Ov.: virtutum, Justin.
Geneva, ae, f., V. Genava.
gĕnĭālis, e (da genius), appartenente al genio, geniale, I) al genio come generatore, sacro al genio, nuziale, maritale, lectus, letto nuziale, talamo, Cic., Hor. ed a.: così anche torus, Liv.: pulvinar, Catull.: raptae, genialis praeda, puellae, Ov. II) al genio come partecipe della gioia e del dolore; di luogo e tempo, di cose, in cui uno diverte sè e il suo genio == geniale, delizioso, piacevole, festivo, allegro, lieto, ameno, hiems, Verg.: praeda, Ov.: uva, gradevole, dolce, Ov.: serta (nel bere vino), Ov.
gĕnĭālĭtĕr, avv. (genialis), genialmente, piacevolmente, lietamente, festum agere, Ov. met. 11, 95.
gĕnĭcŭlātus, a, um (geniculum), che ha nodi, nodoso, culmus, Cic.: arundo, Plin.
gĕnĭcŭlum, i, n. (dimin. di genu), ginocchio, trasl., nodo, in uno stelo, ecc., Plin.
gĕnista, ae, f., ginestra (pianta), Verg., Plin. ed a.
gĕnĭtābĭlis, e (geno == gigno) == genitalis, aura favoni, Lucr. 1, 11.
gĕnĭtālis, e (geno == gigno), appartenente alla generazione, alla nascita, genitale, I) generante, creante, generatico, della generazione, fecondante, corpora, materia della generazione, elementi, Lucr.: semina, Verg.: vis (nido vim genitalem affundere, fecondare), Tac.: membra, membra genitali, parti genitali, Ov.: sost., a) Genitalis, is, f., soprannome di Diana, come presiedente ai parti, Hor. carm. saec. 16. b) genitalia, ium, n., membra genitali, parti genitali, Sen. ed a. II) del tempo, in cui uno è nato, della nascita, natalizio, tempus, Lucr. e Ov.: dies, hora, Tac.
gĕnĭtālĭtĕr, avv. (genitalis), in modo fecondo, fertilmente, Lucr. 4, 1250.
gĕnĭtīvus, V. genetivus.
gĕnĭtŏr, ōris, m. (geno == gigno), I) genitore, generatore, creatore, padre, Cic. ed a.: deûm, di Giove, Ov.: profundi, di Nettuno, Ov., e lo stesso sempl. genitor, Verg. Aen, 1, 716. II) trasl., di c. inan., creatore, genitore, genitor usus, Hor. ep. 2, 2, 119.
gĕnĭtrix, V. genetrix.
gĕnĭtūra, ae, f. (geno == gigno), ora della nascita, natività, Suet. Aug. 94 e altr.
gĕnĭus, ĭi, m. (geno == gigno), genio (propr. «produttore della vita») == dio stabilito sopra la natura umana che operava nella generazione e nella nascita dell’uomo, lo accompagnava nella vita come suo dio protettore, e fissava il suo destino, divideva inoltre con lui gioie e dolori e persino dopo la dipartita dell’uomo, sopravviveva nel Lare come protettore, V. Hor. ep. 2, 2, 187 e segg. Come l’uomo, così pure ogni luogo (contrada, selva, città, casa, porta), ogni Stato, ogni focolare, ogni singola condizione, proprietà e negozio avevano il loro genio, il quale era intimamente congiunto coll’esistenza del luogo, ecc., Verg. Aen., 5, 95. Liv. 21, 62, 9 (del genio della città di Roma). — Si pregava o scongiurava alcuno e si giurava per il proprio genio e per quello di persone riverite e stimate (gli schiavi per il genio del loro padrone, i sudditi per quello del monarca), Hor. ep. 1, 7, 94. Tibull. 4, 5, 8. Sen. ep. 12, 2. Suet. Cal. 27. — Nei giorni festivi si placava il genio con fiori e vino, genium piare o placare, Hor. ep. 2, 1, 143 e segg.; art. poët. 210; partic. nel giorno natalizio, con una focaccia (libum), Ov. am. 1, 8, 94. — A chi gode allegramente, il genio è propizio (albus), agli ipocondriaci e a chi colla cupidigia si tormenta l’esistenza, è sfavorevole (ater, sinister), Hor. ep. 2, 2, 189; quindi il goder lietamente la vita veniva desiderato così dal genio come dall’uomo stesso, quindi genio indulgere, «ricreare il proprio genio» == rasserenar la vita coll’allegria, e, memore della sua fugacità, prolungarla con saggio godimento, Pers. 5, 151: genium curare mero == darsi bel tempo con, ecc., Hor. carm. 3, 17, 14. — Ma genium suum defraudare (defrudare), ingannare il suo genio == rattristarsi l’esistenza, il godimento della vita, privare se stesso del necessario, Ter. Phorm. 44. — December geniis acceptus, accetto ai genii (perchè nei mesi d’inverno le persone si riposavano dall’agricoltura e si davan buon tempo), Ov. fast. 3, 58. — suum genium propitiare, dover tutto a sè stesso, non al favore altrui (partic. del principe). Tac. dial. 9.
gĕno, nŭi, nītum, ĕre (ΓΕΝΩ, donde γίνομαι, γίγνομαι), antica forma di gigno, come: genitur in Cic. de inv. 2, 122 e de or. 2, 141 (in una formola di testamento di stile antico): infin. pres. pass. geni, Lucr. 3, 795. Cfr. gigno.
gens, gentis, f. (geno, antica forma di gigno), gente, stirpe, razza, I) in gen.: humana, Cic.: aurea, Verg.: impia, Verg. II) stirpe, schiatta, gente, 1) in senso stretto, degli uomini e animali, a) propr.: vir patriciae gentis, Cic.: gens Cornelia (cui appartenevano i Scipiones, Lentuli ed a.), Liv.: qui quamvis perjurus, sine gente, di bassa condizione, Hor.: patricii majorum et minorum gentium, cioè del primo e secondo ordine (discendenti quelli dai senatori, creati di Romolo, questi dai senatori, nominati da Tarquinio), Cic. e Liv.: dii majorum gentium, i più elevati; dii minorum gentium, dei minori, Cic.: e così anche qui quasi majorum est gentium Stoicus, eccellente, Cic.: e della razza degli animali, di cavalli, Verg.: di volpi, cani, Ov. b) (poet.) meton. == uno della stirpe, discendente, heroes, salvete, deûm gens, Catull.: vigilasne, deûm gens, Aenea? Verg. 2) in senso più largo, nazione, popolazione, popolo, gente in genere, a) propr: Sueborum, Caes.: Sabina aut Volsca, Cic.: exterae nationes et gentes, Cic. b) trasl. == α) popolo == cittadinanza, omnes ejus gentis cives, Nep. β) meton. == contrada, regione, cantone, Cataoniam, quae gens jacet etc., Nep.: ipsum in eam gentem iturum, Liv. γ) plur.