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DELLE DONNE 227

sioni scientifiche1. Bensì fa meraviglia che dopo avere radunato tanti materiali, studiato tanti differenti punti di vista della quistione, ed errato pur tanto in differenti sensi e fra diverse e talora opposte conchiusioni, nessun secentista o settecentista abbia osato ridurre a sintesi ordinata e razionale le sue conchiusioni, conciliare in una formola scientifica l'eguaglianza di dignità dei due sessi, e la differenza dei pregi propri di ciascuno. Fa meraviglia che la formula moderna, tanto chiara e razionale, della equivalenza o della compensazione delle differenze intellettuali e morali dell'uomo e della donna, sia stata più sentita che compresa da quegli scrittori, ed abbia messo tanto tempo a maturare nella mente dei filosofi. Ma la meraviglia cessa al riflettere che quelli erano tempi di intellettuale impotenza nella filosofia morale e civile, pel lungo servaggio del pseudo-aristotelismo degli scolastici2. Torquato

    il padre, o la madre, o i figliuoli, salva il matrimonio». — Il Bronzino pure espone nobilissime idee intorno al matrimonio; raccomanda la concordia e la reciproca tolleranza fra coniugi, sconsiglia il divorzio (giorn. 8a p. 55), addita alla donna nell'uomo un protettore (g. 8a, p. 58), e a questo inculca doversi la moglie affezionare a se coi buoni portamenti e con amorevoli modi (g. 8a p. 49, 53), col metterla a parte di tutto il governo della casa (g. 3a p. 73), e ripetutamente biasima e sconsiglia il grave costume dei mariti di bastonare le mogli, costume che pare fosse a quei tempi assai più comune che ai nostri (g. 8a, p. 55, 58 e passim). Non si perita però il Bronzino di riportare tali e quali nel suo libro i surriferiti passi di Torquato Tasso, senza citarne l'autore (g. 8a p. 18).

  1. Il Domenichi non si perita di dire che i suoi antecessori (forse egli allude specialmente a Cornelio Agrippa) «ragionarono per cagione di trastullo e di diporto, volendo far conoscere al mondo l'acutezza degli intelletti loro» (c. 54) Egli invece protesta che scrive per amor di verità, la qual cosa però anche l'Agrippa aveva dichiarata (V. sopra, p. 63).
  2. Un accenno ad una costruzione filosofica del rapporto fra i due sessi era già stato fatto da chi lo aveva paragonato al rapporto della ragione col sentimento. Il Bronzino (g. 2a, p. 13) ne tien parola, lo censura superficialmente e non sa trarne occasione ad una dottrina propria. — La povertà dei dati sperimentali, di cui disponevano gli scrittori dei quali ho ragionato sinora, era veramente compassionevole, se si riflette che tutti si accordavano nell’attribuire a tutte le donne un numero di denti minore dell’uomo (V. p. es. Corn. Agrippa, sopra p. 61, e Bronzino, g. 1a, p. 125), e tutti si accordavano del pari nel ritenere che le donne nascono in maggior numero degli uomini (V. p. es. Romei, op. cit.). Vero è