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DELLE DONNE 61

tinuamente circondate1, e quanto alle facoltà intellettuali adduce per prova che «le donne reggono una città od un imperio con assai maggior discorso e giudizio che gli uomini»2. Il Garzoni, dopo avere dimostrato la nobiltà delle donne con metodo scolastico, argomentando dalla causa efficiente, dal nome, dal luogo, dalla materia, dalla forma, dalle doti corporali, si diffonde a compruovare che «nelle scienze vi hanno donne dottissime quanto huomini».

Bisogna proprio venire fino al Leopardi per trovare fra i letterati italiani un sol uomo di valore che abbia dato autorità al pregiudizio della femminile inferiorità.

In Germania il dottissimo Cornelio Agrippa dedicava a Margherita d'Austria (1510) un'opera sulla Grandezza ed eccellenza delle donne, al disopra degli uomini, che è certamente una delle più rimarchevoli, se si confrontano i giudizi ivi consegnati non solo colle opinioni correnti al suo tempo, ma eziandio con quelle dei nostri giorni. Lasciando in disparte gli argomenti della femminile eccellenza, che l'Agrippa desume dalla filologia e dalla storia sacra3, dalle imperfettissime cognizioni fisiologiche d'allora4, da futili e spesse volte ine-

  1. Ib., p. 31.
  2. Ib., p. 32.
  3. Henrici, Cornelii Agrippa a Nettesheim opera, Lugduni, vol. 2, pag. 118 e segg. Di questo scritto dell'Agrippa ho scoperto un plagio, consistente in una traduzione letterale italiana, pubblicata a Venezia nel 1545 coi tipi Giolito De Ferrari, senza nome dell'autore, né del traduttore, col titolo: Della nobiltà ed eccellenza delle donne, dalla lingua francese nella italiana tradotto. Forse che il nome di Cornelio Agrippa sarebbe stato di ostacolo al permesso di stampare? — Fra le altre cose l'Agrippa adduce, per sostenere la femminile eccellenza, la superiorità del nome Eva, che significa vita, su quello di Adamo che significa terra; l'essere la donna stata creata dopo l'uomo, e quindi come l'ultima e più perfetta delle opere divine; l'essere ella stata creata nel Paradiso terrestre, mentre Adamo lo fu in un campo insieme agli animali. E quanto al peccato originale, egli dice: vir comedendo peccavit, vir mortem dedit, non mulier.
  4. Dice, per esempio, che le donne non soffrono le vertigini nei luoghi alti al pari degli uomini; cadendo nell'acqua stanno a galla più lungo tempo degli uomini; hanno minor numero di denti dell'uomo, epperò sono meno voraci e meno mordaci.