Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggi critici, Vol. I, 1952 – BEIC 1803461.djvu/239


«alla sua donna» poesia di g. leopardi 233

e forse non ci è alcuna poesia moderna nella quale si rilevi con coscienza tanto profonda questa sociale infermitá che travaglia le presenti generazioni. Nella poesia leopardiana non solo vi è la contraddizione, ma l’angoscioso sentimento di essa contraddizione.

Questo concetto che il Leopardi avea dell’universo, i diversi aspetti sotto i quali si mostra questa lotta, il prevalere ora dell’immagine, ora del pensiero, e le diverse gradazioni del sentimento determinano il significato, il valore, la varietá della sua lirica.

L’immagine talora egli te la colloca nel passato e vi gitta su il malinconico sguardo del disinganno, come nella Silvia o nell’Aspasia; talora la fa germinare e fiorire nel seno stesso della morte, come nel suo capolavoro, il Consalvo; alcuna volta è una fuggevole apparizione, da cui il poeta si gitta nel campo della riflessione, come nella Ginestra. Ma quali si sieno queste gradazioni, certo è che l’immagine non solo non è sbandita dalla poesia leopardiana, ma n’è la condizione, parte integrale del tutto: toglietela e la sua poesia non avrá piú significato. L’immagine ci sta, e ci sta nel senso moderno; il poeta te la sa cogliere nel seno stesso della realtá. Cosi, che cosa è l’ideale per lui? Schiller ha distrutto la sua personalitá, la sua unitá; il suo ideale non è piú una creatura, ma i tipi, gli esemplari poetici; è il grave linguaggio del vero succeduto alle antiche fantasie; le forze naturali succedute alle pagane divinitá; il sole di Galileo che ha spodestato Apollo. Il Leopardi te lo rifá persona, il suo ideale è una donna: ricomparisce l’antica poesia su tutta la sua possanza, ma fatta moderna. In effetti questa donna non è giá la musa, e neppure una personificazione artificiale. È una creatura, che tutti conoscono, che tutti hanno avuto talora avanti alla fantasia, che spesso ci fa battere il cuore. Non è uomo che, massime nella sua giovinezza, non si sia veduto comparire in certi momenti ineffabili di estasi una donna fantastica, ornata di tutta la bellezza a cui la sua immaginazione abbia saputo alzarsi. E l’ha vagheggiata lungamente, accarezzata ne’ suoi sogni, desiderata: e poi quanto piú invo-