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«ALLA SUA DONNA»

Poesia di Giacomo Leopardi


La poesia italiana in Dante si alzò alla essenza stessa delle cose, non essendo il suo universo che la teologia e la scienza incorporate e visibili, il pensiero fatto arte. A poco a poco la poesia si andò sempre piú scostando da quest’altezza, e l’unitá dantesca si dissolvea in due estremi indirizzi. Alcuni toglievano dallo universo il pensiero, e, cosí astratto, lo mettevano in versi; al qual genere appartengono tutte le poesie scritte sopra temi generali, sull’amore, sulla gelosia, ecc., come sono le tre sorelle del Pigna; o, quelle nelle quali il pensiero si manifesta crudo e grezzo, com’è nelle tragedie del Gravina. E cito il Gravina ed il Pigna, perché in questi due scrittori, destituiti d’ogni virtú poetica, questa tendenza si mostra chiaramente, e non piú o meno dissimulata, come ne’ sommi, per esempio, nelle Sette giornate del Tasso, ammiratore e lodatore del Pigna. Ma in generale i poeti attenendosi al nudo fatto, si gittarono in mezzo agl’interessi e alle passioni e a’ casi particolari, amori, battaglie, patria, ecc., e, perdendo sempre piú di vista l’infinito, centro del mondo dantesco, si discese fino alle poesie dette di occasione, fino alle frivolezze arcadiche. Uno de’ caratteri piú distintivi dell’arte odierna è il ritorno alla grande poesia, la ricostruzione dell’universo dantesco su di altre fondamenta: del qual genere è il Faust ed il Manfredi, moltissime poesie liriche tedesche, e parecchie del Lamartine e dell’Hugo. Ristauratore appo noi della grande poesia è Giacomo Leopardi, la cui lirica