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liatore, organo letterario de’ romantici, le cui tendenze operose vedremo piú tardi nella storia lombarda. Manzoni non vi si mescolò; ma d’altra parte caldeggiava le loro idee letterarie, le quali, sotto lo sguardo sospettoso del governo austriaco, lavoravano al risorgimento dello spirito nazionale. Le due sue tragedie, il Carmagnola e l’Adelchi (i8i8), che prime si discostarono dal modello alfieriano, con una tendenza ad imitare le forme di Schiller, e che a noi tedeschi ricordano piuttosto i drammi di Uhland, conservavano quello spirito patriottico nella materia e nella condotta: l’ultima rappresenta con molte allusioni la caduta dei Longobardi per le intestine discordie. Ma insieme con l’abito dell’antica tragedia aveano esse posto giú anche quel ruvido e vantatore eroismo; animate da uno spirito di soavitá, confortano il misero a pazienza e speranza, essendo la felicitá cosí poco eterna compagna dell’oppressore, come dell’oppresso: i denti ringhiosi del Foscolo si mutano qui in labbra supplichevoli.

Il celebre romanzo, i Promessi Sposi, che pubblicò dieci anni dopo (i827), dettato dallo spirito di rassegnazione, combatte quel vendicarsi o farsi giustizia da sé nell’offesa e nell’ingiuria. Può parere che l’autore qui si sia messo al tutto fuori della politica; ma qui pure l’argomento è tolto da una storia della patria oppressa, e per rispetto all’impressione ricorda una sentenza del Foscolo: che i poeti, anche esortando a rassegnazione, riaprono le ferite del cuore, commovendolo sempre con troppa violenza. Nondimeno il fine del Manzoni era tutto conciliativo. Descrivendo le cittá lombarde sotto l’oppressione spagnuola, vi era giá qualche cosa che riconciliava col presente, tristo che fosse: ed al di sopra della vita politica poneva la morale, di cui mostravasi possibile la piú alta perfezione in ogni stato sotto qualsiasi forma di reggimento, ed insieme a corona la vita religiosa, la salutare fidanza in Dio, della cui provvidenza questo racconto è una energica manifestazione. Ma questo tenersi lungi con rassegnazione da ogni fine politico, secondo lo stile del romanticismo tedesco, reale o apparente che fosse, fu trovato da quasi tutti i patriotti italiani in contraddizione con la tradizione na-