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dai riassunti delle lezioni a zurigo 335


I Greci non ammettevano il brutto, se non come accessorio per dar risalto al bello: cosí la viltá di Tersite faceva splendere la bravura di Achille, e la candidezza della luna spicca in un cielo nuvoloso. Epperò i Greci non portavano mai le passioni fino al punto che elleno alterassero la bellezza de’ lineamenti. Gli Dei, quantunque sottomessi alle passioni, serbavano inalterata la loro serenitá: la collera non oscura la fronte, non contrae la faccia di Apollo: il suo corpo rimane eternamente giovine e bello. Questa olimpica serenitá i Greci esprimevano pure nella faccia umana ed è stata imitata da alcuni moderni, sopratutto dal Leopardi e dal Goethe. Dicesi che un pittore, dovendo rappresentare Elena, abbia avuto innanzi per modello sette delle più belle donne di Grecia, imitando da chi l’una e da chi l’altra parte, e facendo di sette bellezze imperfette una compiuta bellezza. Questa regola ci porta diritto ad un ideale astratto e di convenzione, come è il Goffredo del Tasso, che è un essere di ragione, costruito secondo un tipo di costruzione, anziché una creatura vivente, com’è l’Achille Omerico, di una perpetua giovinezza.

La scuola romantica, rifiutando questo ideale fattizio, questa separazione chimica del brutto e del bello, si è gittata nell’altro estremo, accarezzando e prediligendo il brutto. Secondo questa scuola l’arte deve riprodurre la vita nella sua veritá, e la vita non è né tragedia né commedia, ma dramma, cioè dolore e gioia, pianto e riso, morte e vita, successione e contrasto de’ piú diversi elementi. Tale è la scena de’ servi ubriachi, che succede alla morte del re Duncan nel Macbeth di Shakespeare; tale è la scena de’ musici nella Giulietta e Romeo; tale è il canto funebre de’ preti misto al canto gioioso de’ commensali nella Lucrezia Borgia. Questa teoria porta diritto alla imitazione della natura, all’annullamento dell’ideale, fondata com’è sul principio che l’arte debba riprodurre il reale.

L’inferno è la confutazione perentoria di tutt’e due le teorie. Da una parte esso dimostra contro la teoria classica che il brutto può far parte dell’arte; e dall’altro canto il brutto vi sta solitario, senza contrasto, confutazione della teoria romantica. E siccome