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concezione del purgatorio | 233 |
questioni radicali, che in sé comprendono tutte le altre, che hanno virtú di appassionare tutte le umane generazioni, come l’ultima destinazione dell’uomo, l’origine del male, l’accordo tra la necessitá e la libertá, quistioni, che rinchiudono in sé tutto l’enigma della vita, che in certi momenti difficili dell’esistenza ci rendono serri e pensosi, che sono il fondamento de’ poemi teologici orientali e biblici, e del dramma greco, e che oggi, restituita. la poesia nella sua prisca dignitá e divinitá, si agitano e fervono sotto la marmorea poesia di Goethe e nella musica malinconica di Giacomo Leopardi. E quanto al sentimento, le anime sono come vecchi venerabili, che stati bielle tempeste della vita dopo lunghe esperienze e il disinganno sopravvenuto ne ragionano riposatamente e non ricordano le passioni terrene se non per esclamare con Salomone: «Vanitas vanitatum». E una nuova specie di sublime, il sublime cristiano de’ Santi Padri e di Bossuet, che consiste nel mostrare il nulla di quello che in terra si chiama grandezza, come è ciò che dice della gloria Oderisi.
Tale è lo stato delle anime per rispetto al passato, per rispetto all’inferno; quale è il loro stato presente? L’anima giunge a salute mediante l’espiazione ed il pentimento: il suo stato presente è dunque fisicamente l’espiazione, moralmente il pentimento. Il pentimento è poetico, quando tu me lo cogli nel punto che l’anima cerca svilupparsi dalla carne: onde nasce il contrasto tra il primo e il secondo «egli», tra l’antico e il nuovo Adamo, che il Manzoni rappresenta con tanta veritá nell’Innominato, ed il poeta con tanto affetto nella sua confessione. La poesia è qui drammatica come nell’inferno; il presente dell’inferno è il peccato, il presente del purgatorio è il pentimento; epperciò il drammatico dell’inferno è nel peccato, nella rappresentazione delle passioni; il drammatico del purgatorio è nel pentimento, come nella confessione di Dante, il vero dramma, la piú splendida poesia del purgatorio. Ma non è il medesimo nelle anime purganti nelle quali il pentimento non è un fatto attuale, come in Dante e nell’Innominato, ma un fatto passato da tempo: nella loro anima è finito