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Lezione VIII (XXX)

[CONCEZIONE DEL PURGATORIO E SUA POESIA]


Il Purgatorio è poco letto e meno studiato; e con questa impressione concorda l’opinione generale de’ critici, secondo i quali il Purgatorio sottostá di bellezza all’Inferno. Il che per naturale reazione ha suscitato altri, nonché a difendere, ma ad esaltare il Purgatorio sull’Inferno: e tra questi è degno di speziai menzione Cesare Balbo, la cui Vita di Dante è un lavoro coscienzioso, che rimarrá. Egli cerca dimostrare che Dante non è poi quel terribile uomo che altri si creda, e che anzi in lui prevale la bontá e soavitá dell’animo, e poiché queste qualitá spiccano ancora di piú nel Purgatorio, era da logica necessitá indotto a preporlo all’Inferno. Si può egli porre la questione in tal modo? Possiamo oggi accettare questa critica di paragoni? La è proprio della giovinezza: e ben mi ricordo come nelle scuole noi ci appassionavamo per definire quale fosse maggior capitano, Cesare o Napoleone, e quale miglior letteratura, se la francese o l’italiana: ed oggi m’incontra spesso d’udirmi fare di tali domande: — Quale miglior poeta, Omero o Dante, Manzoni o Leopardi? — Domande ingenue, le quali mi ricordano certe altre, che noi sogliamo fare a’ bimbi per vezzo: — A quale vuoi tu piú bene, a papá o a mammá? — A questa critica giovanile corrisponde il primo stadio della scienza, quando in luogo di determinare le qualitá specifiche di ciascun poeta, la si contenta di paragonare l’un poeta con l’altro. Il che ha avuto un funesto potere non pure sulla scienza ma sull’artista: e lo sa il povero