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l’unitá della divina commedia 7


Cosi la materia dantesca è venuta a poco a poco elaborandosi ed integrando, e tutti quegli elementi che si notano nella Divina Commedia li abbiamo veduti venir su sparsamente nelle discorse visioni, si, tutti, quanto ivi è di fantastico, di religioso, di morale, di politico, di storico, di allegorico, di dottrinale.

Si è disputato gravemente onde Dante abbia tolto il suo argomento e questo o quel particolare, con quello stesso calore onde altri contendono chi debba dirsi inventore della polvere, della bussola, della stampa ecc., quasi l’invenzione avesse nell’arte quella stessa importanza che nelle cose meccaniche. Che monta sapere onde Shakespeare abbia cavato Giulietta e Romeo, onde tante loro mirabili favole l’Ariosto ed il Tasso? E qual lode scemate a Dante, quando mi avrete dimostrato ch’egli abbia avuto innanzi la tale e tale visione? Quando l’argomento non costituisce un genere letterario, di erudizione e d’imitazione, ma è un genere vivente, com’è la Divina Commedia, esso ha radice in un fatto sociale itosi a poco a poco snodando ed arricchendo. La materia perciò non è immaginata tutta dal poeta: egli la trova innanzi a sé come un dato, un presupposto, che è giá in questo o quello stato nella pittura, nella poesia, nella scienza, nelle credenze, nelle tradizioni. Cosi la guerra troiana, cosí le visioni dell’altro mondo.

Ma perché di tutto il ciclo omerico il solo Omero è rimasto vivo? Perché di tutte le visioni del medio evo la sola Divina Commedia è superstite? Né le altre sarebbero pur nominate, se non fosse stato lo zelo de’ cementatori e degli eruditi. Perché la materia non basta ella sola a difenderci dall’obblio, essendo ella non privilegio di alcuno, ma proprietá di tutt’i contemporanei, e non meno de’ mediocri che de’ sommi; né è giá questo e quell’elemento, né tutti presi insieme, in che è posta la preminenza di Dante, quello propriamente che lo distingue da ser Brunetto e da tanti volgari narratori, coi quali ha comune la materia. Perché la materia è quasi marmo intagliato e lineato variamente, in forme abbozzate e provvisorie, da diversi artefici, insino a che non prende la sua figura definitiva per opera del genio, che li fa obbliar tutti. Perché la materia è la pietra