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ne scienze. Ma chi potrebbe oggi, chi vorrebbe unicamente attendere al greco, al latino ed italiano, lasciati da parte i moderni e forestieri linguaggi, che sono più acconci e necessari a’ presenti usi e bisogni e desiderii della vita? Or non sarebbe egli cotesto un errore di età nel secol nostro, e come sogliono i greci dire anacronismo? Io ciò intendo e confesso; ma intendo e confesso insieme che cotesta diversa pubblica educazion letteraria genera diverso effetto e molto diversa gloria di studi e di libri agli uomini e alle nazioni. Vi pongan l’animo i letterati e gli scenziati di questa corriva età. Intanto per confortare di argomento buono la mia opinione, arreco qui volentieri un brano di questo aureo volgarizzare del Davanzati; acciò che da esso prendano esempio di ben tradurre e di bene scrivere italiano così gli studiosi delle buone lettere antiche, come gli scrittori moderni delle matematiche e naturali discipline. E gli uni e gli altri si facciano a considerare come si dee con nobile, degno e proprio abito rivestire il pensiero e ciascuna idea e trovato delle umane scienze: gli uni e gli altri considerino anche nel Davanzati la grande e gloriosa scuola italiana, cui già seguì la nobilissima fiorentina accademia del Cimento. Prendano essi in mano cotesta novella opera di Bernardo Davanzati, che mostra essere dettata proprio da valoroso accademico del Cimento, come il Magalotti, il Galilei, od il Redi: e attentamente osservino come si vogliono pur le scienze onorare e divulgare con chiara ed isquisita forma di discorso; e poi si rechino in mano per paragonarle con questa le mo-