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350 | ciceruacchio e don pirlone |
e non poteva esser riprodotto dalla ufficiale Gazzetta di Roma. È quindi provato da questi, e da altri documenti che pubblico, che il Papa era perfettamente e quotidianamente informato dall’Aldobrandini, dal Recchi e dagli altri Ministri di tutto ciò che avveniva ai confini e dei movimenti dell’esercito e dei provvedimenti che facevano il Durando e il Ferrari; ed è provato altresì che, prima ancora che i suoi Ministri gli presentassero quella collettiva rimostranza, di cui perlerò fra breve, per eccitarlo a dichiarare la guerra all’Austria, egli già sapeva come questa dichiarazione fosse ad alta voce richiesta, a nome di tutti i dieci o dodici mila suoi sudditi, che trovavansi volontari ai confini, da Colonnelli, Tenenti-colonnelli e Maggiori delle legioni civiche, fra i quali eran pure uomini a lui devotissimi come il marchese Patrizi, il conte Carpegna, il De Angelis e il Tittoni; ed è provato, infine, che egli non solo non ignorava, il giorno 29 aprile, che i suoi soldati avessero già, da molti giorni, passati i confini e avessero invaso il territorio politicamente austriaco, ma che anzi egli stesso aveva annuito a quell’azione dell’esercito suo1; onde è più che mai chiaro che tutto, nell’animo del Papa e intorno al Papa, tutto era contraddizione. Ma egli è evidente che di quella contraddizione imperante e delle sue conseguenze, nessuno, o quasi nessuno, in quel momento si avvedeva: onde il generale Durando continuava, da un lato, a compire gli atti che esso stimava necessari ad eseguire gli ordini ricevuti dal Ministero, e, dall’altro lato, il conte de Lutzow, ambasciatore austriaco in Roma, d’accordo coi sanfedisti, coi gregoriani e coi nemici d’Italia esteri o interni, continuava a far di tutto perchè la guerra all’Austria non fosse dal Governo pontificio dichiarata. Il cardinale Antonelli solo che, palesemente era quel grande liberale e italianissimo uomo che si è già veduto e che si vedrà in seguito, e il quale, celatamente, presiedeva le conventicole austro-gesuitiche, il solo cardinale Antonelli vedeva la contraddizione e non sapeva neppure egli, allora, ai primi di aprile, quando e come ne sarebbe venuta la soluzione e quale delle due politiche avrebbe sull’altra definitivamente prevalso e trionfato.