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566 | Chi l'ha detto? | [1691] |
sigillo del 1373 dei Sabaudi e precisamente di Amedeo VI, il Conte Verde, al quale pare che il motto medesimo appartenesse. Il sigillo è stato illustrato e riprodotto in Promis, Sigilli de’ Principi di Savoia, Torino, 1834, pag. 154 e tav. XIV, n. 76. Nel diritto di essa medaglia sta l’effigie del re: nel rovescio un leone sedente, armato di galea calata, con scudo sull’omero e avente tra le zampe un’aquila. Intorno, i busti di Dante, di Galileo, di Raffaello, di Colombo, coi loro nomi intramezzati da palme, e la leggenda Ie atans mo: anstre. Questa medaglia non ebbe molta diffusione, sebbene più tardi il Litta ne pubblicasse il disegno nella storia di Casa Savoia (Famiglie celebri italiane, vol. VI, nella tav. del monum. a Vittorio Eman. I), senza che allora la censura austriaca se ne accorgesse o ne comprendesse il significato. Il principe di Metternich ne parlava però in un dispaccio al conte Buol a Torino, in data di Vienna, 29 maggio 1846. Vedansi, oltre i Mémoires de Metternich, to. VII, pag. 229-230, l’opera del Gualterio, Gli ultimi rivolgimenti italiani, to. I, pag. 659 e la Storia di Carlo Alberto e del suo regno, di Lic. Cappelletti, pag. 267-268. L’antico sigillo in luogo dell’aquila aveva un serpe e la sostituzione non fu senza significato di minaccia per l'Austria, come l’aggiunta dei quattro ritratti di glorie italiane e non piemontesi, palesavano l’unità italiana non solo brama di un partito, ma anche speranza di un principe. Il marchese Costa De Beauregard nel suo libro La jeunesse du roi Charles-Albert, pag. 304, assicura tuttavia che Carlo Alberto, già da semplice principe di Carignano, nell’esilio del 1821, sigillava le sue lettere con un sigillo portante quel motto medesimo.
Invece chi ha appreso a diffidare dei lenocini della speranza, può a sua posta valersi o del petrarchesco:
1691. Poi che mia speme è lunga a venir troppo.
vale a dire, poichè ciò che io spero tarda troppo a venire: verso al quale procacciarono una celebrità burlesca i Cicalamenti del Grappa intorno al Sonetto Poi che mia speme ecc., dove si ciarla a lungo delle lodi delle donne et del mal francioso, faceta scrittura del