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[1483-1486] Risolutezza, sollecitudine, ecc. 503


1483.   Spes sibi quisque.1

(Virgilio, Eneide, lib. XI. v. 309).

Questo è ciò che gl’inglesi chiamerebbero

1484.   Self-help.2

con uno di quei neologismi che gli scrittori inglesi formano così liberamente e volentieri. È divenuto comune dopo che lo scozzese Samuel Smiles (1812-1904), se pure non ne fu addirittura l’inventore, come molti credono, ne fece il titolo di un suo famoso libro, stampato per la prima volta nel 1859, che è stato tradotto in tutte le lingue e che contiene la storia degli uomini i quali dal nulla seppero innalzarsi ai più alti gradi in tutti i rami dell’umana attività.

E questa si suole chiamare altezza d’animo, poichè ha animo elevato chi confida nelle proprie forze, chi aspira a cose alte e belle, e non si lascia vincere dalle difficoltà che uomini ed eventi gli preparano, come suona il verso del Petrarca:

1485.   Nè del vulgo mi cal nè di fortuna.

(Sonetto in vita di M. Laura, num. LXXVIII
secondo il Marsand, com.: Dell’empia Ba-
bilonia, ond’è fuggita; sonetto XCI, se-
condo il Mestica).

Di un uomo siffatto parlava l’Alighieri laddove diceva:

1486.   .... Se ’l mondo sapesse il cor ch’egli ebbe
Mendicando sua vita a frusto a frusto,
Assai lo loda, e più lo loderebbe.

(Paradiso, c. VI, v. 140-142).

Ed era costui Romeo di Villanova, che per l’ingratitudine del conte Raimondo di Provenza, di cui aveva accresciuto la fortuna e maritate le quattro figlie a quattro re, se ne partì povero e vetusto. Ma questa è leggenda, da cui pare fosse molto diversa la vera storia.

  1. 1483.   Ciascuno spera in sè medesimo.
  2. 1484.   Aiutandosi da sè.