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370 | Chi l’ha detto? | [1125-1130] |
In luogo del testo di Bonifacio VIII, ricordato or ora, si possono usare le parole di Dante Alighieri:
1125. Consentire è confessare.
il quale nel Convivio così scrisse: « .... conciossiacosachè ’l consentire è un confessare, villanìa fa chi loda o chi biasima dinanzi al viso alcuno; perchè nè consentire nè negare puote lo così estimato sanza cadere in colpa di lodarsi o di biasimarsi» (tratt. I, cap. II, ed. Barbèra, 1919, pag. 267).
Il muto assentimento di chi tace è anche espresso in due distinti pensieri del Metastasio, cioè:
1126. Si spiega assai chi s’arrossisce e tace.
1127. ....Un bel tacer talvolta
Ogni dotto parlar vince d’assai.
Se vuoi imporre altrui silenzio e trovi comodo di farglielo intendere in musica, puoi valerti delle parole del Barbiere di Siviglia, il melodramma di Cesare Sterbini, musicato da Rossini (a. I, sc. 1):
1128.
Piano, pianissimo
Senza parlar.
e se queste ti paion poco energiche, di’ addirittura come il Duca Alfonso alla moglie nel celebre terzetto della Lucrezia Borgia, melodramma di Felice Romani, musica di Donizetti (a. I, sce. 7):
1129.
Guai se ti sfugge un motto,
Se ti tradisce un detto!
1130. Tacete e rispondete.
Così ordina il capitano Terremoto al tamburo Batocio nel Caporale di settimana di Paulo Fambri (a. III, sc. 9). E poco più innanzi nella scena medesima gli aveva detto: