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368 | Chi l’ha detto? | [1115-1119] |
Quante volte, dopo un imprudente discorso, nel quale non si fece debita attenzione al precetto oraziano:
1115. Quid, de quoque viro et cui dicas, sæpe videto. 1
vorremmo poter ritirare le parole sfuggite in un momento d’irriflessione, ma il tardo pentimento non giova:
1116. Nescit vox missa reverti. 2
e il medesimo autore, altrove:
1117. Et semel emissum, volat irrevocabile verbum. 3
ovvero, come più prolissamente cantò il Metastasio:
1118. Voce dal sen fuggita
Poi richiamar non vale;
Non si trattien lo strale,
Quando dall'arco uscì.
Se il segreto che hai sul cuore ti pesa tanto che senti il bisogno di confidarlo ad alcuno, e non ti sembra sfogo sufficiente quello del barbiere del Re Mida che raccontò la vergogna del suo principe alla terra (benchè egli pure ebbe a pentirsene, secondo che narra la leggenda), segui almeno il consiglio contenuto in quell’epigramma del Pananti:
1119. A chi un segreto? Ad un bugiardo o a un muto.
Questi non parla e quei non è creduto.
L’Alighieri, cui dobbiamo la nota perifrasi per indicare l’organo del linguaggio: