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138 Chi l’ha detto? [463-466]


Bella dunque è la vita infiorata dagli affetti domestici, purchè in seno alla famiglia regni la pace: lontane sempre le

463.   Barufe in famegia.1

che è il titolo di una graziosa commediola in dialetto veneziano di Giacinto Gallina, rappresentata per la prima volta in Venezia dalla compagnia Moro-Lin nel gennaio 1872. Il suo soggetto è la eterna discordia fra suocera e nuora, poichè la commedia è imitata dalla Famiglia dell’Antiquario di Goldoni. Con essa esordì il Gallina nel teatro dialettale veneziano.

Gioia della famiglia sono i figli, e di essi solo ho da parlare, poichè delle mogli ho già detto in un precedente paragrafo.

Una frase dantesca esprime con parole più nobili quel che più umilmente il nostro popolo dice coi proverbi: Chi di gallina nasce convien che razzoli, ovvero I figli dei gatti pigliano i topi; Dante invece:

464.   .... Ogn’erba si conosce per lo seme.

Lo stesso concetto è espresso in un versetto biblico:

465.   Sicut mater, ita et filia eius.2

che era già proverbio al tempo del profeta, com’egli stesso dice; e in un verso latino:

466.   Et sequitur leviter filia matris iter.3

che si trova nel Pantagruel di Rabelais (lib. III. cap. 41) preceduto da altro verso che ne completa il concetto:

Sæpe solet similis filius esse patri,
Et sequitur leviter filia matris iter.

Rabelais si riporta in proposito a questa citazione ad una glossa del Corpus juris civilis (Ut ait gl. vj. q. j. c. Si quis ecc.), ma


  1. 463.   Baruffe in famiglia.
  2. 465.   Quale la madre, tale anche la figlia.
  3. 466.   E facilmente la figlia batte le orme della madre.