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[423-427] | Errore, fallacia dei disegni, ecc. | 125 |
Però il buon volere non sempre basta, anche usato al momento propizio, perchè ad un buon esito possono contrastare ragioni superiori alle forze individuali: sappiamo già da Dante che
423. Contra miglior voler voler mal pugna.
e da un devoto libro che
424. Homo proponit, sed Deus disponit.1
imitando una sentenza di Publilio Siro:
425. Homo semper aliud, fortuna aliud cogitat,2
o meglio un versetto della Bibbia: Cor hominis disponit viam suam: sed Domini est dirigere gressus eius (Proverbi, cap. XVI, v. 9). Un proverbio toscano dice che una ne pensa la lepre, e una il cane: e Fénélon dette nuova forma al pensiero dell’autore dell’Imitazione, scrivendo nel 1685 nel suo Sermon pour la fête de l’Epiphanie, sur la vocation des Gentils (1er point, 7e alinéa), a proposito della scoperta dell’America: «Ainsi l’homme s’agite, mais Dieu le mène».
Allora, a chi toccò vedere così delusi i propri disegni, potrà dire con Plauto:
426. Oleum et operam perdidi.3
Di ogni impresa sarà quindi savio partito di attendere a giudicarla quando sia giunta a fine, ovvero:
427. En toute chose il faut considérer la fin.4