Favole (La Fontaine)/Libro terzo/V - La Volpe e il Becco
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La Volpe, che in materia furberia
è vecchia patentata,
andava un certo dì per una via
in compagnia d’un Becco, un animale
che avea più corna in testa che non sale.
Morti di sete, scendono per bere
in un pozzo, e ciascuno si ristora,
ma poi disse la Volpe: - Ora, messere,
ch’abbiam bevuto, il punto più difficile
è quello di andar fuora.
Mi par che tu dovresti alzare i piedi
ed appoggiar le corna accanto al muro,
sì ch’io possa aggrapparmi alla tua schiena
e uscir prima al sicuro.
Quindi anche te saprò cavar di pena.
- Per la mia barba! - disse il buon caprone, -
questo si chiama avere del talento.
Una macchina simile né in cento,
né in trecent’anni non avrei trovata
sì bene congegnata -.
Uscì la Volpe ed al grullo bestione,
rimasto in fondo, volle per zimbello
recitar la moral con un sermone:
- Abbi pazienza; non saresti in molle,
se avessi meno barba e più cervello.
Addio, bello, per me mi accuso fuori.
In quanto a te provvedici, se puoi,
io vo per un affare di premura -.
In tutti i casi tuoi
sempre alla fine di guardar procura.