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V. - LE METEORE LUMINOSE.


1. D’un tratto un punto luminoso e brillante appare in cielo; rapidamente, quasi una stella che tramuti loco, corre attraverso alle costellazioni; scompare dopo brevi istanti, senza lasciare di sè traccia alcuna. È una stella cadente.

Non passa notte, non ora senza che un certo numero di cadenti appaia; il loro colore è generalmente o bianco o giallo; il loro splendore è, poche eccezioni fatte, paragonabile a quello delle stelle fisse, ed anche fra esse vi sono le visibili ad occhio nudo e le telescopiche; la loro apparizione dura in generale una frazione di secondo, e raramente raggiunge od oltrepassa il minuto secondo; il loro rapido passare è segnato da una striscia luminosa, che, quasi coda più o meno fugace, esse lasciano dietro a sè; le code loro, la più gran parte delle volte leggermente arcuate (tav. XXVI), non di rado serpeggianti, qualche volta appaiono come linee spezzate (tav. XXIV).

In media un osservatore vede durante un’ora da 10 a 12 stelle cadenti; vi sono ore della notte più ricche di cadenti ed altre meno, le ore verso il mattino contandone tre volte più che non quelle della sera; vi sono notti dell’anno in cui le cadenti sogliono apparire più numerose e più brillanti del consueto, le notti ad esempio dal 9 al 13 di agosto; vi sono momenti rari, ad anni di distanza, nei quali il numero delle cadenti durante qualche ora supera l’immaginazione stessa: appaiono a migliaia, a miriadi, innumerabili: solcano la volta del cielo per ogni verso (tav. XXVI): il cielo pare in fiamme: memorabili a questo riguardo e a memoria dei viventi sono le notti dal 13 al 14 novembre del 1866, quelle dal 27 al 28 novembre del 1872 e del 1885.

In ciascuna di queste epoche memorabili le rispettive cadenti hanno molta analogia di aspetto, vanno in ogni direzione, ma, ciò che è importantissimo, paiono tutte divergere da un punto o da una stretta area

del cielo (radiante); sono frequenti così come durante una nevicata i fiocchi di neve; salgono in un’ora a milioni, non contate le telescopiche; sono visibili da vastissime plaghe della superficie terrestre; per ore intere, quant’esse durano, assorbono in una contemplazione estatica tutta l’attenzione umana. Per chi pensa però, anche le ordinarie cadenti d’ogni giorno sono sorgenti di maraviglia viva. Un osservatore ne conta da 10 a 12 in un’ora, ma il loro numero reale è ben maggiore. Se un osservatore potesse col suo sguardo tutta contemporaneamente abbracciare la volta celeste, è ammesso che in un’ora vedrebbe in media da 30 a 40 cadenti; se con un solo sguardo si potesse tutta abbracciare la superficie della Terra, il calcolo insegna che il numero delle cadenti visibili in un’ora sarebbe almeno 10000 volte maggiore. In ogni ora quindi da 300 a 400 mila, in ogni giorno da 7 a 10 milioni di cadenti, astrazion fatta delle telescopiche, passano sugli orizzonti terrestri. Queste cadenti ogni notte osservabili paiono divergere ognuna da un diverso punto del cielo, e sporadiche furono perciò dette. Meglio studiandole, si capì però che la loro sporadicità è solo apparente, che dipende da ciò che ogni notte si ha un certo numero di radianti dai quali meteore divergono, e che la moltiplicità dei radianti produce appunto l’apparente disordine delle traiettorie percorse dalle diverse cadenti visibili.

2. La grande varietà dei fatti ricordati e riferentisi alle cadenti scaturisce in modo necessario dalla intrinseca natura delle cadenti stesse, oramai nota dopo le indagini dello Schiaparelli.

Le cadenti sono corpuscoli cosmici, solidi, oscuri, che nello spazio si muovono attorno al Sole in orbite o ellittiche o paraboliche. La loro massa è esigua; il loro peso di rado raggiunge alcuni grammi, quasi sempre equivale ad una frazione di grammo. Si muovono con velocità cosmiche che variano da 16 a 72 mila metri per minuto secondo, centinaia di