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280 annotazioni.



Pag. 164.          Tam te basia mulla bastare.

Basia basiare; quanta voluttà! Non dice osculum, ch’è il bacio che si dà ai figli; non suavium, ch’è il bacio delle baldracche: ma basium, il bacio degli amanti, la parola della passione. Cosi in una lirica attribuita a Cornelio Gallo:

Porrige labra, labra corallina,
Da columbatim mitia basia,
Sugis amentis partem animi:
Cor mihi penetrant haec tua basia;

dove l’amentis animi corrisponde al vesano Catullo del Nostro. Vesano, cioè male sano, non ob amoris impotentiam, come spiega il Partenio, ma piuttosto ob amoris incendium furenti, come interpreta il Fusco.




LI.


Meglio terminare la versione di Catullo traducendo l’ultima strofa di Saffo, che tradurre quei quattro versi:

Otium, Catulle, tibi molestum est:
Olio exultas nimiumque gestis:
Otium et reges prius et beatas
                                        Perdidit urbes;

i quali, o vuoi considerarli aggiunti da un interpolatore qualunque, come credono Jungclausseno, Handio e Silligio; prenderli come principio d’un altro carme, come