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LIB. I. 24

vole inchinarsi alla maggioranza de suoi adversari, che allhora tra mano haveano il dominio della patria, bevve' volontariamente il veleno, che gli dierono. La dottrina di Socrate (conciosiacosa che non si trovi egli mai havere scritto una sola lettera) e' sparsa per tutti i libbri di Platone; i quali altro non contengono, che le sue dispute, et suoi ragionamenti. Aristotile poi loro discepolo, essendo in molte cose d'openione contraria a' suoi precettori, scrisse copiosamente di questa materia. Et poscia tra Romani, Cicerone non ne ha lasciato parte, di cui non habbia largamente scritto; imitando Possidonio, et Panetio philosophi prima di lui molto pregiati. si sono etiandio altri truovati che di questa dottrina hanno scritto honoratamente. Ma percioche tutte queste scienze sono piene di poca giocondita'; ci fu data la Poesia dono degli Dei, non gia ritruovamento humano. conciosiacosa che si creda Orpheo figliuolo d'Apolline con versi haver da Plutone impetrata l'amata Euridice; et si leggano gli hymni scritti da lui in laude degli Dei. Vennero dapoi Homero, Hesiodo, Alceo, Pindaro, Sophocle, Euripide, Menandro, Aristophane, et tanti altri Greci. Vennero etiandio de latini Ennio, Accio, Pacuvio, Cecilio, Plauto, Terentio, Virgilio, Horatio, Catullo, Ovidio, Tibullo, et Propertio con altri infiniti; et novellamente della lingua volgare, Dante, il Petrarca, il Boccaccio, et molti, che da indi in qua si sono affaticati in quest'arte; et hanno rapportato tanto nome, che delle lunghe loro fatiche, et vigilie e' premio copiosissimo. Et se questo non fosse bastante, qual è colui, che piu tosto non volesse nel di-