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scritto da Cesare Cantú, il Baudry ristampò, non senza qualche lieve inesattezza, il volumetto dello Starita contenente i Canti1.
L’edizione del Ranieri (la prima veramente degna, e che rimase il testo fondamentale delle innumerevoli ristampe, che, massime dopo il ’60, si fecero delle opere leopardiane in tutte le parti d’Italia), il testo, diremo, della «volgata», ha perduto d’importanza, dopo che Giovanni Mestica, per l’edizione diamante del Barbèra nel 1886, e per i successori Lemonnier nel 1906 (Opere di G. L. da lui approvate), rilevate alcune inesattezze dell’editore, che dalla lunga amicizia col poeta si credé autorizzato a qualche lievissima correzione, o certo si lasciò sfuggire qualche errore, tornò direttamente ai materiali preparati dal Leopardi, che ora si conservano nella Biblioteca municipale di Recanati, alla quale il Lemonnier stesso li donò nel 1881.
A queste dunque del Mestica mi sono attenuto, correggendo sugli originali qualche lieve svista e qualche errore tipografico sfuggito alla diligenza di quel dotto e meticoloso maestro in questo genere di lavori; e senza apportarvi altre modificazioni che quelle richieste dalla uniformitá di questa raccolta di Scrittori: minuscole ai capoversi, segni del discorso diretto, accento circonflesso per segnare la contrazione delle forme verbali, ecc.
- ↑ Questo volume, che sotto certi aspetti non è senza interesse come documento di gusti e di giudizi letterari, non ha per me, in quanto dovevo attendere alla costituzione e alla storia del testo dei Canti, alcun valore, come non ne hanno le ristampe fatte durante la vita del poeta, ma non vedute da lui. Tuttavia ne accennerò il contenuto. È un vol. in 8° a 2 colonne, di pp. 1106 e ha: Parini: Il giorno, le Odi e Poesie diverse; Casti: la Grotta di Trofonio, Teodoro, Poesie scelte, Gli animali parlanti, Poesie liriche; Monti: Aristodemo, Caio Gracco, Basvilliana, Mascheroniana, Poesie varie; Manzoni: Le tragedie, In morte di C. Imbonati, Urania, Gl’inni sacri e cose minori; Grossi: episodi dei Lombardi alla prima crociata, l’Ildegonda, Ulrico e Lida e i versi del Marco Visconti: Pellico: la Francesca, cinque Cantiche e Poesie liriche.
Il Leopardi è messo in un gruppo, come gli altri secondari, col Foscolo, del quale si danno i soli Sepolcri, col Pindemonte, l’Arici e Terenzio Mamiani.
Ha un posto a sè G. B. Niccolini, del quale son date tre tragedie.
Seguono gruppi assai curiosi: L. Carrer, I. Vittorelli, G. Berchet, G. Perticari, G. Marchetti; e S. Baldacchini, G. Borghi, A. M. Ricci, F. Romani, N. Tommaseo, B. Sestini.
Poi quaranta poeti disposti, a scanso di possibili malintesi, per ordine alfabetico; e Poetesse italiane, dalla Nina siciliana alla Bandettini, e infine diciassette Poetesse viventi.